Domenica 13 novembre 1927. È vivace la prima sfida della storia tra Roma e Juventus, ma si conclude senza reti. Il match, valido per la 6ª giornata della Divisione Nazionale, è ben condotto dai giallorossi, che schiacciano una Juve capace di difendersi con bravura. L’attesa, sin dai giorni precedenti, era stata spasmodica tra i tifosi romanisti che arrivano in massa al Motovelodromo Appio: i cancelli vengono aperti alle 12.30 mentre il fischio d’inizio, affidato a Cesare Lenti di Genova, viene dato due ore più tardi. Tanti appassionati però, al momento di arrivare ai botteghini, si lamentano per il costo eccessivo dei biglietti, anche per i posti popolari.
Al 6’ il romanista Chini impegna il portiere bianconero Combi e, poco dopo, capitan Ferraris ruba palla a Galluzzi, ex dell’Alba-Audace, facendo ripartire l’azione giallorossa, conclusa da Fasanelli che costringe ancora Combi alla parata a terra. Al 15’ e al 17’ Bussich spara a lato della porta juventina quindi è “Zizì” Cevenini a farsi pericoloso, sfiorando la traversa del giallorosso Rapetti, al rientro dopo l’infortunio alla gamba patito contro la Dominante il 2 ottobre. La Juve ha un sussulto e il portiere romanista deve opporsi con bravura a una conclusione di Galluzzi. Quindi è ancora Cevenini a tentare la sortita offensiva in un paio d’occasioni, senza esito.
Al 25’, su azione di calcio d’angolo, Bussich colpisce di testa mandando il pallone alto mentre Rapetti prima controlla senza difficoltà tre deboli tiri della Juventus, poi deve guadagnarsi la pagnotta sulle conclusioni insidiose di Marucco e Bonivento. Il match prosegue con continui ribaltamenti di fronte e adesso è Combi a farsi trovare pronto bloccando prima un pallone in mischia, su corner, e poi parando i tiri di Ziroli e Cappa. Poco prima dell’intervallo un Bussich ancora impreciso si libera di due avversari, poi calcia precipitosamente sparando alle stelle a pochi metri dalla porta bianconera.
La ripresa continua sulla falsariga del primo tempo, con la Roma che controlla maggiormente il gioco e la Juve che punge di rimessa: al 55’ Rapetti è bravo in tuffo sui potenti tiri, uno dopo l’altro, di Barale e Bigatto. Il match ha poi una fase di stallo, con le due squadre che rifiatano dopo aver tenuto un ritmo forsennato, prima del gol di testa di Ziroli al 62’, annullato per un netto fuorigioco. Cinque minuti più tardi il Motovelodromo Appio teme la beffa, ma Bonivento, per fortuna dei romanisti, calcia alto il pallone a porta vuota. È l’ultimo lampo della Juventus che chiude il match rintanata in difesa, con Combi miracoloso al 34’ in tuffo e al 41’ in presa su tiro di Fasanelli.
Al fischio finale scrosciano gli applausi per entrambe le squadre: «La Juventus ha avuto accoglienze, dal nostro generosissimo e cavalleresco pubblico, veramente fraterne – sottolinea il quotidiano romano “L’Impero” – ciò ha smentito in pieno le false voci, messe in circolazione prima dell’incontro, circa una fischiata all’ingresso dei giuocatori juventini in campo. Magnifico il servizio tramviario e l’organizzazione». La settimana che ha preceduto il match di Roma non è stata facile per i bianconeri a causa della deflagrazione dello scandalo Allemandi: la combine nel derby di Torino del 5 giugno 1927 vede infatti il coinvolgimento dello juventino Munerati (già interrogato dalla giustizia sportiva e in campo nella gara con i giallorossi) e potrebbe portare ad altre sanzioni, oltre alla revoca dello scudetto del Torino, già decisa dalla Federcalcio.
«Gli uomini di Ferraris hanno sul campo meritatamente guadagnato la simpatia generale del pubblico romano per la freschezza delle azioni, per decisione e per il giuoco – scrive ancora “L’Impero” a proposito di Roma-Juve – Rovida, Degni e Ferraris vanno citati all’ordine del giorno. Questi tre valorosi atleti hanno dominato in campo sventando in pieno ogni accenno d’attacco della prima linea juventina e hanno fornito con precisione palloni su palloni alla prima linea romana». In difesa Corbjons si mostra «intelligente e pronto spazzatore» mentre Mattei non è al meglio fisicamente e si vede.
Ancora una volta il reparto più deludente dei giallorossi è l’attacco: «Veloci, ma slegate le azioni della prima linea – commenta il quotidiano torinese “La Stampa” – se questa non avesse avuto una giornata discretamente nera, la Juventus sarebbe forse incappata nella sconfitta». Le due mezzali Fasanelli e Cappa non mollano mai, mentre le ali Ziroli e Chini Ludueña mettono in mezzo tanti palloni, ma trovano un Bussich troppo sciupone nonostante l’apprezzabile impegno: «Ancora qualche difetto d’origine all’attacco dove, è inutile negarlo, manca il vero cannoniere – si legge su “Il Messaggero” dopo il match – ma tutta la squadra ha giuocato una grande partita, degna della massima considerazione».
Tra i bianconeri spiccano le prove del portiere Combi («preciso e fulmineo» secondo “La Stampa”) e del terzino Rosetta («colpitore sicuro e potente, il migliore uomo juventino»), che là dove non arriva con la classe arriva invece con qualche fallo ai danni degli attaccanti romanisti. Buona la prova dell’altro terzino Patti e del trio di centrocampo (Barale, Vojak e Bigatto) utile in copertura e prezioso, soprattutto nella ripresa, per i palloni forniti agli attaccanti. Negativa la prestazione di Cevenini III e di Galluzzi, ben conosciuto dai tifosi romani in quanto ex calciatore dell’Alba-Audace: «L’ex albino era forse emozionato di trovarsi a combattere contro i suoi vecchi compagni», commenta “La Stampa”.
A bordo campo, a guidare la Juve, c’è il 31enne Jozsef Viola, mediano ungherese costretto a non giocare più per il veto ai calciatori stranieri deciso nell’estate del 1927 dalla nostra Federcalcio. Acquisita la cittadinanza italiana, Viola tornerà a indossare gli scarpini dopo due anni, nel 1929, ancora in bianconero.
Non manca un piccolo giallo, passato quasi sotto traccia: secondo “Il Messaggero” uno spiovente di Ziroli (proprio il giocatore cui viene anche annullato un gol per offside) è stato parato da Combi oltre la linea bianca «senza che l’arbitro se ne avvedesse».
A Vienna, nella finale di ritorno della Coppa Europa Centrale, lo Sparta Praga (allenato dallo scozzese John Dick affiancato da Václav Špindler) è battuto 2-1 dal Rapid Vienna, ma si aggiudica il trofeo in virtù del successo per 6-2 ottenuto all’andata nella capitale cecoslovacca.
Il dopo partita è funestato da tensioni e incidenti: il capitano dello Sparta, Karel Pesek “Kada”, crolla a terra con la coppa tra le mani perché ferito da un sasso alla testa mentre fa il giro di campo. La polizia è poi costretta a intervenire per liberare le vie di uscita dallo “Stadion Hohe Warte” mentre l’arbitro olandese Willelm Eymers, che pure al 62’ aveva espulso Perner dello Sparta Praga, viene braccato dai tifosi austriaci infuriati e rimane vittima di un malore.
Per le strade di Vienna, intorno allo stadio, parte la caccia all’uomo con i tifosi austriaci che fermano le automobili alla ricerca dei calciatori cecoslovacchi e del direttore di gara. I sostenitori ospiti, arrivati nella capitale austriaca con due treni speciali, fuggono via tra gli insulti mentre i calciatori dello Sparta Praga escono dallo stadio scortati dalla polizia e si rifugiano in albergo, protetti da un cordone di forze dell’ordine.
ROMA-JUVENTUS 0-0
Roma: Rapetti; Mattei I, Corbjons; Ferraris IV, Degni, Rovida; Ziroli, Fasanelli, Bussich, Cappa, Chini Ludueña. All. Garbutt.
Juventus: Combi; Rosetta, Patti; Barale III, Vojak I, Bigatto; Munerati, Cevenini III, Bonivento, Galluzzi, Marucco. All. Viola.
Arbitro: Lenti di Genova.
Note: il capitano della Roma è Ferraris IV.
Nella foto all’inizio dell’articolo: la formazione della Roma per il primo incontro con la Juventus, schierata in perfetto ordine di ruolo: in basso in difensori, in alto gli attaccanti. Da sinistra, in piedi: il presidente Italo Foschi, l’allenatore William Garbutt, Luigi Ziroli, Cesare Augusto Fasanelli, Mario Bussich, Enrico Cappa, Arturo Chini Luduena, il massaggiatore Angelino Cerretti e il secondo massaggiatore Moggiani; al centro: Attilio Ferraris, Giovanni Degni, Pierino Rovida, Angelo Bianchi; a terra: Attilio Mattei, Ernesto Rapetti e Giovanni Corbyons (foto Asroma.com).