SABATO 7 MAGGIO 1927. Vigilia di Coppa Coni per le squadre romane: l’Alba è a Brescia per affrontare le “rondinelle” mentre la Fortitudo ospiterà il Padova allo Stadio Nazionale (l’odierno Flaminio). «Il giuoco del Padova è veloce, ricco, che si adatta a una squadra di giovanissimi perché basato su scatti e smarcamenti fulminei, che bisognano di muscoli freschi e ben allenati» scrive “L’Impero” nel presentare la formazione veneta.
LO SFORTUNATO PRECEDENTE IN CAMPIONATO
Il quotidiano romano indica gli uomini forti del Padova nel portiere Biri (che però alla fine non giocherà a Roma), nel nazionale azzurro Fayenz, in Monti II e in Busini III, che nel 1957-58 sarà anche allenatore della Roma. La formazione annunciata per la Fortitudo è Rapetti; Corbjons, Sansoni III; Ghisi II, Ferraris IV, Scocco; Puerari, Cappa, Boros, Bianchi, Canestrelli. Tra gli sportivi romani è ancora vivo il ricordo dell’incontro di campionato nella Capitale del 21 novembre 1926, vinto dal Padova per 2-1: «La sconfitta, se pur regolare, lasciò la ferma convinzione che la Fortitudo avrebbe meritato per lo meno il pareggio – scrive “Il Messaggero” – gli sportivi, accorsi in quel giorno in numero eccezionale, lasciarono lo stadio insoddisfatti del fortunoso risultato. Il match fu indubbiamente uno dei migliori che il pubblico romano poté gustare nel giro delle eliminatorie, ma la squadra rosso-bleu romana fu battuta ancora una volta dalla sfortuna». Prima del match di Coppa Coni è prevista la disputa dell’incontro Fortitudo-Ostiense per il campionato ragazzi.
L’ALBA A BRESCIA PER RISCATTARE IL KO CON IL NAPOLI
Per quanto riguarda il match tra Brescia e Alba “Il Messaggero” scrive: «Le due squadre escono da prove recenti che non denotano un pieno possesso di efficienza. Il Brescia cedeva a Genova, contro la Doria, per uno scarto inaspettato dopo un onorevolissimo primo tempo, mentre l’Alba si faceva prendere di sorpresa, sul proprio terreno di giuoco, dagli animosi giocatori di Napoli».
Nella foto: l’articolo di presentazione di Fortitudo-Padova del quotidiano “L’Impero” dell’8 maggio 1927.