Qui sopra: Roma (in maglia bianca) e Livorno schierate insieme in occasione del match del 25 settembre 1927.
Domenica 25 settembre 1927. Prima partita ufficiale della storia della Roma, che debutta in campionato battendo 2-0 il Livorno sul campo di casa del Motovelodromo Appio, stracolmo di pubblico. Il match, valido per la prima giornata del girone B della Divisione Nazionale (il massimo campionato dell’epoca), viene minacciato da un vento fortissimo, che alza una fastidiosa polvere dal terreno di gioco privo d’erba. Per rimediare all’inconveniente gli addetti dell’Appio si mettono al lavoro per bagnare il fondo terroso con un’autobotte, che però resta impantanata proprio all’altezza della metà campo. Servono una cinquantina di minuti ai vigili del fuoco per trainare via il mezzo pesante, con l’aiuto di un camion, e rendere possibile il fischio d’inizio dell’incontro, che da programma doveva essere alle 15.
A dare un ulteriore brivido al debutto giallorosso contribuiscono alcuni «incresciosi incidenti» (come li definirà “L’Impero” in edicola l’8 ottobre 1927) fuori dallo stadio legati alla cattiva organizzazione dei trasporti pubblici. Il divieto di accesso alle automobili nella zona del Motovelodromo Appio crea tensioni e malumore in tanti tifosi.
Superato ogni contrattempo la Roma scende in campo, agli ordini dell’arbitro italobrasiliano Umberto Gama, con una divisa di cotone completamente bianco, con colletto e collo chiuso da laccetti, calzoncini bianchi e calzettoni rossi con fascia gialla. Il Livorno, guidato in panchina dall’ex giallorosso (per poche settimane) Pietro Piselli, gioca invece nella consueta maglia amaranto. In formazione, tra i toscani, ci sono anche Scioscia e Caimmi, ex giocatori dell’Alba.
La gara si mette male per il Livorno quando, intorno al 20’ del primo tempo, il bomber Magnozzi, miglior uomo della squadra, si fa male in uno scontro con il terzino giallorosso Mattei. L’attaccante della nazionale esce dal campo, lasciando i suoi in dieci uomini. L’infortunio condiziona pesantemente la prima linea toscana, già priva dell’ala Silvestri, altro giocatore di spicco fermato da un malanno. La Roma, che gioca controvento, non riesce però ad approfittare della superiorità numerica e si arriva al riposo senza reti.
Nella ripresa Magnozzi si ripresenta sul terreno di gioco, ma menomato e soltanto per onor di firma dal momento che all’epoca non sono previste le sostituzioni. La Roma passa in vantaggio dopo 13 minuti con un bel fraseggio finalizzato di testa da Luigi Ziroli, che quindi mette la firma sul primo gol giallorosso in gare ufficiali. Così la mezzala romanista Cesare Augusto Fasanelli, che segna il raddoppio, ha ricordato i momenti salienti del 25 settembre 1927 ai microfoni della Rai, in uno speciale dei primi anni ’80: «A un certo punto Ziroli, la nostra ala destra, un ottimo, grande giocatore romano, fece un tiro in diagonale che infilò l’angolo della porta. Ziroli era un grande romano, romano, romano. Venti volte romano, altruista, forte, robusto, tenace, un po’ mascalzoncello. […] Poi nel secondo tempo feci un gol che fu annullato dall’arbitro per “fuorigioco di posizione” di Bussich, mi sembra. Il secondo gol fu valido e vincemmo 2-0». Il raddoppio, al 33’ del secondo tempo, Fasanelli lo segna su assist di Ziroli, assoluto protagonista della gara.
Il “Corriere dello Sport” dell’epoca così racconta il match d’esordio giallorosso: «La Roma ha fatto con la sua prima partita una grande impressione, sebbene la maggioranza dei suoi giocatori non abbia ancora raggiunto la forma migliore. Saldissima nella difesa estrema, essa possiede la sua parte migliore nei mediani. La prima linea con Fasanelli e Cappa è la soluzione migliore che si potesse avere. In complesso la partita è stata bellissima, ricca di fasi elettrizzanti e di piena soddisfazione per il numeroso pubblico accorso. Alle ore 15.45 l’arbitro chiama le squadre, il Roma gioca con il vento contrario, ma fronteggia bene gli attacchi contrattaccando e mettendo in pericolo più volte la rete di Lipizer. A circa metà del primo tempo, Magnozzi è a terra in uno sconto con Mattei. Trasportato fuori dal campo, rientra nella ripresa, ma in condizioni molto menomate. Il primo tempo termina senza che la Roma riesca a concretare. Nella ripresa, col vento a favore, la superiorità dei romani è netta e per la strenua difesa del Livorno viene contenuta in soli due goals».
Mento entusiasta, rispetto al “Corriere dello Sport”, è il quotidiano capitolino “L’Impero” che a proposito della prestazione della Roma parla di «partita scialba, con poco entusiasmo e al di sotto delle sue grandi possibilità» e di gioco «senza animo e disordinato». Delutente il Livorno, che non impensierisce mai il portiere romanista Rapetti, mentre il friulano Lipizer, estremo difensore dei toscani, è costretto agli straordinari per limitare il passivo.
Nella Roma di mister Garbutt le ali Ziroli e Chini mettono in mostra tutta la loro straordinaria velocità, mentre meno brillante è il centravanti Bussich. A metà campo si mette in luce soprattutto Degni, coadiuvato da capitan Ferraris e da Rovida, mentre i terzini Mattei e Corbjons se la cavano senza faticare troppo.
Il lungo cammino della Roma, che continua splendidamente ancora oggi, inizia nel migliore dei modi con un successo che entusiasma i tifosi.
ROMA-LIVORNO 2-0
Reti: 58’ Ziroli, 78’ Fasanelli.
Roma: Rapetti; Mattei, Corbjons; Ferraris IV, Degni, Rovida; Ziroli, Fasanelli, Bussich, Cappa, Chini Ludueña. All. Garbutt.
Livorno: Lipizer; Innocenti, Paolini; Bandini, Caimmi, Giraldi; Ceccherini, Scioscia, Pignatelli, Magnozzi, Baldi. All. Piselli.
Arbitro: U. Gama di Milano.
Note: incontro iniziato alle 15.52, con 52 minuti di ritardo rispetto all’orario previsto, al Motovelodromo Appio. Il Livorno, dopo il match, presenta riserva scritta contro l’omologazione del risultato per il suddetto ritardo sull’inizio della gara sostenendo che il limite massimo per un inizio ritardato è di 45 minuti: il ricorso dei toscani sarà poi respinto. Intorno al 20’ Magnozzi (Livorno) lascia il campo per infortunio e rientra nel secondo tempo.
Nota sulle fonti: gran parte delle fonti romane riporta un ritardo di 45 minuti sull’inizio del match probabilmente perché funzionale alla “causa” della Roma che deve fronteggiare il ricorso del Livorno, che lamenta 52 minuti di ritardo invece dei 45 massimi previsti dal regolamento (fonte: “Il Telegrafo”, quotidiano livornese, del 27 settembre 1927). Conferma indiretta che il ritardo ha superato i 45 minuti arriva da un corsivo polemico contro il Livorno, scritto dal quotidiano romano “L’Impero” del 15 ottobre 1927 dopo la conclusione della querelle a favore della Roma: «Giusta e inonorata fine di un reclamo – si legge – presentato da chi, prima dell’inizio dell’incontro, dichiarava, senza nessuna sincerità, pubblicamente ad alcuni spettatori della tribuna, che per due o tre minuti di ritardo era ridicolo reclamare». I due-tre minuti di ritardo sono evidentemente calcolati dal limite massimo dei 45 previsti dal regolamento. “L’Impero” insomma polemizza perché il Livorno ha fatto reclamo per un ritardo di poco superiore ai due-tre minuti (dai 45 massimi previsti dal regolamento ai 52 del fischio d’inizio i minuti di ritardo sono 7).