Sabato 29 ottobre 1927. Alle 10.30 la Roma parte per Bologna in vista della sfida di campionato del giorno successivo. Al seguito della squadra c’è anche il presidente Italo Foschi, che spera in un’impresa dei giallorossi, attesi da un match complicato: «Parlare di vittoria sarebbe assurdo – ammette il quotidiano capitolino “L’Impero” alla vigilia – ma una bella affermazione della squadra romana non è improbabile e questo solo è quello che desiderano gli sportivi di Roma». Tra i giallorossi non ci sono il portiere Rapetti, ancora infortunato, e Fasanelli, sostituito da Scardola, già titolare in occasione del successo sul Verona. Recuperato in extremis “Bibitone” Mattei, che in tanti, fino al venerdì, davano per indisponibile. Il quintetto offensivo romanista, secondo le corrette informazioni che “Il Messaggero” apprende già alla vigilia, sarà formato da Scardola, Ziroli, Bussich, Cappa e Chini Ludueña.
Nel Bologna rientrano il portiere titolare Gianni, il terzino Borgato e il mediano Gasperi, assenti in occasione dell’ultima gara disputata e persa 1-0 a Torino, contro la Juventus. In avanti lo spauracchio è Angelo Schiavio, giovane attaccante della nazionale.
QUANTI ERANO GLI SPETTATORI DELL’ITALIA?
Il quotidiano romano “L’Impero”, nella rubrica satirico-sportiva “Ritorni a vuoto”, ironizza sull’informazione fornita da alcuni giornali relativa alle presenze sugli spalti in occasione di Cecoslovacchia-Italia del 23 ottobre 1927: «I più han dato per presenti all’incontro di Praga 13 mila persone. Qualche giornale largheggiando è giunto a 25 mila. “Il Popolo di Roma” afferma che il pubblico era di circa 50 mila persone. Sarà bene fermarsi e non consultare altri giornali in proposito, potrebbe accaderci di leggere qualche altra cifra” leggermente” esagerata».
Nella foto all’inizio dell’articolo: una caricatura di Italo Foschi apparsa su “Il Messaggero” dell’8 ottobre 1927 e firmata da Lazzari.