VENERDÌ 26 AGOSTO 1927. Il Messaggero in edicola oggi festeggia l’ammissione della Roma nella Divisione Nazionale 1927-28, l’equivalente della Serie A dell’epoca. Il direttorio federale della Figc, nella riunione del 25 agosto a Bologna, ha varato un torneo a 22 squadre diviso in due raggruppamenti. Nel girone B, quello della Roma, ci sono anche Bologna, Casale, Hellas Verona, Internazionale, Juventus, La Dominante Genova, Livorno, Modena, Novara e Pro Patria Busto Arsizio. Il girone A è invece formato da Alessandria, Brescia, Cremonese, Genoa, Lazio, Milan, Napoli, Pro Vercelli, Padova, Reggiana e Torino.
PESANO LE BUONE PROVE DI FORTITUDO E ALBA
Oltre alla Roma vengono ripescate in Divisione Nazionale anche Napoli e Cremonese, retrocesse a conclusione della stagione 1926-27: «Dopo le polemiche trascorse, le esitazioni e le incertezze (sulla possibilità o meno di ammettere nel massimo campionato Napoli, Cremonese e Roma, n.d.r.) il buon senso e la logica si sono imposti – scrive “Il Messaggero” del 26 agosto 1927 – era doveroso tener presente le buone nuove prove effettivamente offerte dalla Fortitudo-Pro Roma e dall’Alba nella decorsa stagione in Divisione Nazionale e nella Coppa del C.O.N.I. e il fatto della fusione delle due maggiori società calcistiche romane alle quali s’era aggiunto il F.C. di Roma (più conosciuto con il nome di Roman, n.d.r.), fusione generatrice di una squadra di primissimo ordine».
VARATO UN BREVETTO ATLETICO PER I CALCIATORI
Tra le nuove norme varate dal direttorio federale c’è anche il particolare obbligo, per i calciatori al primo tesseramento federale, di un brevetto atletico a partire dal 1° gennaio 1928. È una sorta di idoneità fisica ante litteram: i giocatori, per essere affiliati alla Figc, dovranno sostenere prove di corsa sui 200 e 1.500 metri, salto con ostacolo di 90 centimetri, salto in alto, salto in lungo e lancio del disco da 5 chili con la mano destra e sinistra.
Nella prima foto in alto: una formazione della Roma 1927-28.