Venerdì 11 novembre 1927. Gli appassionati di calcio romanisti contano le ore in vista della sfida con la Juventus di domenica 13 nella Capitale: «Mancano ancora pochissimi giorni e poi il più atteso match della stagione avrà il suo epilogo nel campo Motovelodromo Appio» scrive con enfasi “L’Impero” che definisce «Zebroni» gli avversari dei giallorossi. «In allenamento la Roma ha fatto una buona impressione – continua il quotidiano capitolino – fortissima la difesa, però sicura e pericolosa la prima linea che ieri ha segnato parecchi punti in modo veramente magistrale».
«Perdere con la Juventus a Roma – scrive ancora “L’Impero” – significherebbe compromettere la candidatura alla Divisione Nazionale per quest’altra annata calcistica. Vincere potrebbe già dare una certezza di permanere tra le elette. E presumibile quindi prevedere l’impegno con cui sarà condotto l’incontro dai romani».
“Il Messaggero” invece ricorda il precedente match a Roma dei bianconeri, nella stagione 1926-27, quando si imposero per 2-0 sull’Alba-Audace (nella foto all’inizio dell’articolo una formazione dell’Alba del 1926) nonostante la buona prova della squadra capitolina. In quell’occasione, il 14 novembre 1926, non era in campo il portiere titolare Ballanti, ora passato alla Roma, ma la sua riserva Rossetti, perforato alla mezz’ora del primo tempo da un micidiale “uno-due” firmato, nell’arco di un minuto, da Barale III e Munerati.
«La sconfitta addolorò profondamente l’animo degli sportivi romani – scrive “Il Messaggero” con lo stile tipico del tempo – poiché l’Alba non aveva affatto meritato di perdere, ma il dolore fu un po’ attenuato dall’orgoglio di aver visto i propri rappresentanti eguagliare, ed anche superare, i forti e valorosi avversari».
Un precedente importante è quello della finale scudetto dell’agosto del 1926, che vide la Juventus vincere nettamente: 7-1 a Torino e 5-0 a Roma.