Sabato 19 novembre 1927. Il quotidiano “L’Impero” in edicola torna a parlare dei prezzi salati dei biglietti per assistere alle partite della Roma, pubblicando una serie di lettere di tifosi giallorossi. In una, firmata da 35 presone, si legge: «Certamente i dirigenti delle associazioni calcistiche romane e specialmente quelli dell’A.S. Roma non saranno troppo soddisfatti delle nostre lagnanze. Siamo perfettamente d’accordo con loro che il mantenimento della squadra costi molto, ma credi sia proprio giusto che per assistere a una partita amichevole (vedi Roma-Brescia) il biglietto di ingresso ai posti popolari debba costare lire 8? Aggiungi poi la spesa per il mezzo di trasporto per arrivare al Motovelodromo Appio (non sempre è il tram che non si può prendere a causa dell’eccessivo affollamento) e calcola cosa viene a spendere un tifoso come noi per assistere a un incontro di calcio, seduto sulla terra o sul fango delle “bellissime gradinate popolari” dell’Appio[…]. Fortuna che il calcio deve popolarizzarsi!».
IN TANTI ENTRANO A PARTITA GIÀ INIZIATA
In un’altra lettera, firmata A.B., si fanno i conti in tasca al tifoso medio romanista per le gare di campionato: «Tenuto conto che: 10 lire di ingresso (che sono una doccia fredda per la massa) più la spesa per il tram formano quasi sempre 14-15 lire che francamente chi lavora, e col lavoro concorre alle fortune della Patria ed alla rivalutazione della lira (all’epoca è in corso la campagna di rivalutazione denominata “quota 90”, n.d.r.), non è sempre in grado di poter spendere, si spiega allora come si vedono, fuori del campo di giuoco, centinaia di persone che cercano un mezzo qualsiasi per entrare, oppure aspettano l’inizio della partita per entrare con metà spesa (Appio)». “L’Impero” registra inoltre le proteste di un gruppo di mutilati di guerra che vorrebbero usufruire di un prezzo d’ingresso ridotto.
LA ROMA A MODENA CON QUALE ATTACCO?
Il giornale capitolino presenta poi la sfida di campionato tra Modena e Roma in programma per domenica: «L’unica linea di confronto fra le due squadre sono le partite giuocate a Novara, dove i nostri vi furono battuti per un 2-1 e il Modena domenica scorsa vi subì la stessa sorte con un punteggio di 3-2. Lo scarto dei goals è identico, tranne [il fatto] che nei riguardi della nostra squadra il Novara usufruiva di un goal segnato su calcio di rigore. Il confronto tornerebbe a favore degli uomini di Ferraris».
Il quotidiano romano confida nella solidità della difesa della Roma, pur considerando che Mattei non ha brillato contro la Juventus, ma teme che l’attacco, ancora una volta, non sia all’altezza della situazione: «Le due ali (Ziroli e Chini Ludueña, n.d.r.) ed il centro (Bussich, n.d.r.) reggono alla nostra critica. Il difetto è nei due interni (Fasanelli e Cappa, n.d.r.) che non sempre dimostrano di avere quella decisione necessaria per realizzare e convertire in goal le fatiche di una discesa».
IL CENTRAVANTI BUSSICH È IMPRECISO
Non manca qualche critica per il centravanti romanista: «Anche Bussich però è necessario che sia più preciso nei suoi tiri in porta – prosegue “L’Impero” – ad ogni modo alle altre formazioni preferiamo ancora quella di domenica (contro la Juventus, n.d.r.), a meno che mister Garbutt non abbia trovato tra le giovani reclute l’uomo o gli uomini che facessero al nostro caso».
NON C’È “BIBBITONE” MATTEI
Non parte per Modena il terzino Attilio Mattei, che già contro la Juventus aveva giocato (male) nonostante un malanno fisico: al posto di “Bibbitone” ci sarà Angelo Bianchi. In dubbio fino all’ultimo Pierino Rovida, anche lui non al meglio e dato per escluso da “Il Messaggero” alla vigilia: alla fine l’ex mediano dell’Alba sarà in campo.
COMPIE 20 ANNI ANDRES STAGNARO, FUTURO GIALLOROSSO
Compie 20 anni Andres Stagnaro, centrocampista argentino che si appresta ad affacciarsi al grande calcio con il Racing Club Avellaneda. Il 5 febbraio 1933 arriverà al debutto in nazionale, in occasione di un successo sull’Uruguay per 4-1 ad Avellaneda. Da non confondere con Armando Stagnaro del Chacarita Juniors, poche settimane dopo l’esordio nell’Albiceleste approda alla Roma. Dopo due stagioni in giallorosso nel settembre 1935 è protagonista di una improvvisa quanto clamorosa fuga dalla Capitale, insieme ai compagni di squadra e connazionali Scopelli e Guaita, per timore di essere arruolato nell’esercito italiano.
Nella foto all’inizio dell’articolo: i dirigenti della Roma nel 1927. Il terzo da sinistra è il presidente giallorosso Italo Foschi.