Roma-Juve 1986, la storia della magica coreografia dell’Olimpico

Roma Juve 3-0

Roma Juve coreografia

La sfida tra Roma e Juventus del 16 marzo 1986 resterà per sempre incisa nelle tavole della storia giallorossa per almeno due motivi: quel giorno la Roma, all’apice del suo splendore sotto la gestione di Eriksson, dà un’eloquente lezione di calcio alla Juventus di Trapattoni, battendola 3-0, mentre il tifo romanista allestisce una delle più belle coreografie mai viste in uno stadio italiano. L’immagine di Platini e dei suoi compagni juventini che, entrati sul terreno di gioco, guardano sbalorditi gli spalti dell’Olimpico, è emblematica del fatto che la Juve sta già iniziando a perdere il match prima ancora di giocarlo.

Roma-Juve 1986

(foto tratta da nelnomediroma.it)

Roma-Juve 3-0

Brio, Platini e Cabrini della Juventus (foto Briguglio)

Iosa inventa la coreografia di Roma-Juve

Il grande ideatore di quel capolavoro del tifo è Fausto Iosa, già fondatore del Roma Club Esquilino e “deus ex machina” nella nascita del Commando Ultrà Curva Sud nel 1977. La Juve arriva all’Olimpico con cinque punti di vantaggio sulla Roma e Iosa si adopera per creare uno spettacolo mai visto. Lo sforzo è enorme: la macchina organizzativa si attiva oltre un mese prima del big-match. Riunioni tutte le sere per decidere cosa fare, il materiale da comprare, le forze da mettere in campo (anzi sugli spalti) e come coordinare i vari settori dello stadio. L’idea è quella di una coreografia che coinvolga l’intero Stadio Olimpico, non soltanto la Curva Sud. Il materiale arriva il lunedì prima della partitissima, in un tir. Ci sono 15 chilometri di plastica da srotolare, tagliare su misura e riarrotolare in appositi rulli per coprire tutto lo stadio di strisce gialle e rosse alternate. Iosa coordina decine di ragazzi che si danno da fare 24 ore su 24 per cinque giorni, fino a sabato sera. Iosa ha studiato le coreografie a tavolino, assistito da Stefano Scarciofolo (che lui definisce «un vero ingegnere della carta e della stoffa»), per giorni e giorni. Ha a disposizione una planimetria dettagliata dell’Olimpico e conosce ogni metro dello stadio. Prima fa le prove sul modello dell’impianto del Foro Italico, poi direttamente sulle gradinate, un paio di giorni prima della partita.

Roma Juve 1986

(foto tratta da nelnomediroma.it)

Roma Juve 1986Domenica mattina, alle 7.30, tutti i tifosi coinvolti nella coreografia, divisi in squadre per ciascun settore, sono pronti a lavorare per allestire lo spettacolo, prima dell’inizio del match. Iosa, che fuma nervosamente, corre da una parte all’altra dello stadio per controllare che sia tutto a posto. «Volevamo simboleggiare il sole radiante giallorosso – racconta Iosa nel libro di Marco Impiglia “Forza Roma, daje Lupi” – quel giorno dovemmo mettere i ragazzi intorno alla cinta superiore dello stadio con dei rulli rotanti e delle corde tese che tiravano giù. Ci fu il consorzio di tutti i Roma Club: 800 mani a sostegno per 70 mila cuori in tumulto. Fino all’ultimo non sapevamo se l’impresa sarebbe effettivamente riuscita, ma alla fine il colpo d’occhio fu magnifico». Al centro del campo il figlio di Fausto Iosa, Mario, ha il compito di dare il via alla coreografia qualche istante prima che i giocatori entrino sul terreno di gioco. Per dare il segnale sventola un’enorme bandiera svedese, in onore del tecnico giallorosso Sven Goran Eriksson («Non ho mai visto una bandiera della Svezia così grande», dirà dopo il match, entusiasta, l’allenatore della Roma). Roma-Juve 1986
L’Olimpico è tutto giallorosso. Gli juventini Cabrini e Platini non possono fare a meno di guardarsi intorno tra il sorpreso e l’ammirato: la partita, con quel pubblico, è già persa. E infatti non c’è storia con la Roma che stritola gli avversari: già dopo tre minuti Graziani va in gol di testa, seguito dalle reti di Pruzzo al 28’ e di Cerezo all’83’.
Tutto ha funzionato a puntino con perfetto sincronismo: sugli spalti i sostenitori della Roma hanno dato una lezione di tifo a tutto il mondo e sul campo la squadra di Eriksson ha mostrato alla Juve il calcio del futuro. Quel 16 marzo 1986 resta ancora oggi indimenticabile.

Roma-Juve 1986

 

Roma Juve 1986

(foto tratta da nelnomediroma.it)

Roma-Juve 1986

 

Roma Juve 1986

(foto asromaultras.org)

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