MERCOLEDÌ 27 APRILE 1927. I romani trovano nelle edicole un articolo, con un bozzetto, pubblicato dal giornale “Il Tevere”, in cui si parla del progetto, peraltro già noto (vedi “Il nostro 1927” del 15 marzo), di costruire uno stadio di calcio a Testaccio. «Per iniziativa dell’avvocato Italo Foschi – si legge nel pezzo a pagina 6 – sorgerà in Roma, nel quartiere Testaccio, presso la Piramide di Caio Cestio, un grandioso campo sportivo per la società sportiva Fortitudo-Pro Roma».
«Il campo per il football – continua l’articolo del 27 aprile 1927 – avrà le misure regolamentari (100×60) e potrà essere usato anche per i grandi incontri internazionali. In ossequio con le recenti disposizioni emanate dall’onorevole Arpinati (presidente della Federcalcio, n.d.r.), il campo sarà munito di una pista podistica e di palestre coperte e scoperte per l’atletica leggera. La società sportiva Fortitudo-Pro Roma, che oltre il giuoco del calcio coltiva da tempo tutti gli altri sports, darà con il suo nuovo campo un grande impulso alla educazione fisica della gioventù romana. La costruzione del campo, su progetto del valoroso architetto ing. Ghino Venturi, sarà compiuta in breve tempo, per modo che esso potrà essere inaugurato agli inizi del prossimo campionato. Le tribune coperte e gli spalti popolari, [parte illeggibile] in cemento armato, potranno contenere 15.000 spettatori». Il progetto di Campo Testaccio verrà successivamente modificato e il nuovo impianto sarà inaugurato due anni più tardi, nel novembre 1929.
Nella foto grande: Campo Testaccio completato e in uso.