Il messaggio d’addio di De Rossi: chi sono Simone, Mancio e Damiano

Simone e Mancio De Rossi

Nel suo commovente messaggio d’addio ai tifosi della Roma, Daniele De Rossi ha voluto ricordare alcune persone che gli sono state particolarmente vicino nei suoi 24 anni di vita giallorossa, dal 1995 a oggi. Quasi tutti citati per nome, questi amici dell’ormai ex capitano della Roma sono facilmente identificabili in alcuni casi (Bruno Conti, Francesco Totti e Alessandro Florenzi), un po’ meno in altri: Davide, «anche lui accanto a me per tutta la vita», è Astori, compagno di squadra di De Rossi per una sola stagione, nel 2014-15, e tragicamente scomparso a soli 32 anni per un attacco cardiaco, il 4 marzo 2018.

La storia degli amici di De Rossi

Simone e Mancio «che mi sono rimasti accanto finora e resteranno per tutta la vita», sono due ex compagni di squadra di De Rossi nelle giovanili della Roma. «Sono tra le persone più importanti della mia vita, al pari dei miei familiari. Se non li sento per 4-5 giorni sono nel mio cuore» ha raccontato il centrocampista di Ostia nel gennaio 2015, al programma di Roma TV “Slideshow”.

Simone Paoletti, ex portiere ora ds

Simone Paoletti, nato nella Capitale il 21 ottobre 1983 (lo stesso anno di DDR), è stato un portiere tesserato per la Roma fino al 2001: nella sua ultima stagione a Trigoria faceva parte della Primavera allenata da Mauro Bencivenga, ma non scese mai in campo perché chiuso da giovani promettenti come Amelia e Zotti. Nel 2001-02 è passato in prestito alla Cagliese, giocando 7 gare in Serie D, e poi è stato ceduto in comproprietà dal club di Franco Sensi per 5 milioni di euro (cifra alta che suscitò sospetti di artifici finanziari) al Piacenza. Ai tempi del club emiliano ha assaporato due panchine in Serie A all’inizio del 2003 e una convocazione per uno stage a Coverciano nella nazionale Under 20 di Francesco Rocca.

Il contatto con il calcio che conta, per Paoletti, è finito lì perché la sua carriera è andata avanti senza acuti con l’Isernia (7 presenze in C2 nel 2003-04), Tivoli (4 presenze in D nell’autunno 2004), Fermignanese (8 presenze in Promozione nel 2004-05), Monterotondo (titolare in Serie D dal 2005 al 2007), Albalonga (16 presenze in D nel 2007-08) per poi continuare, in categorie inferiori, in squadre come Civita Castellana, Corchiano, Valleranese, Vi.Va. di Viterbo e Grifone Monteverde. Appesi i guanti al chiodo, Simone Paoletti dal 2016 è direttore sportivo del Castel Sant’Elia, squadra del viterbese che milita in Prima Categoria. Interpellato qualche giorno fa da Laroma24.it, a proposito del suo legame con De Rossi, ha raccontato: «Di ricordi con Dani ce ne sono troppi. Dalle nottate a casa sua a giocare alla Playstation fino alle 3 di mattina prima della partita, ai tornei a Gradisca. Il primo Daniele era uguale a quello di adesso, sempre umile. La barba me l’ha copiata, ce l’avevo io prima di lui».

Emanuele Mancini e la dedica di De Rossi

Mancio sta per Emanuele Mancini, per il quale Daniele De Rossi ebbe un pensiero a sorpresa quando raggiunse le 100 presenze in nazionale: «È un traguardo che dedico ad un amico speciale, Emanuele Mancini – le parole del centrocampista della Roma il 14 novembre 2014 – abbiamo iniziato insieme 20 anni fa, è la persona migliore che conosco e anche un calciatore bravo, con i piedi di Pirlo, ma sfortunato. Ora gioca in Serie D, nella Lupa Castelli Romani. Se avesse avuto meno infortuni magari sarebbe stato qui, al posto mio». Nato nella Capitale il 9 febbraio 1983, Mancini è cresciuto per otto anni nelle giovanili della Roma, arrivando in prima squadra nel 2001-02, con lo scudetto sul petto, sotto la gestione di Fabio Capello che lo portò in panchina con la maglia numero 35 in occasione di Brescia-Roma 3-0 dell’8 gennaio 2002 in Coppa Italia.

«È stata l’esperienza più bella della mia carriera – il ricordo di Emanuele Mancini al sito Gianlucadimarzio.com nel 2015 – ho iniziato ad allenarmi con loro il 31 dicembre, perché mancavano giocatori alla prima squadra. Sono rimasto insieme ad Andrea Servi (difensore poi morto di tumore nel 2013 a soli 29 anni, n.d.r.). All’inizio non ci andava neanche tanto di allenarci, da incoscienti… Poi c’è stata la trasferta di Brescia in Coppa Italia. Neanche ero convocato. Poi Capello mi disse di andarmi a spogliare perché dovevo andare con loro. Sensazione bellissima, indimenticabile. In pullman mi resi conto che sarei andato in panchina, perché eravamo 19 con tre portieri. È stata un’esperienza che mi ha segnato, mi ha fatto crescere molto».

Centrocampista centrale di piccola taglia (è alto 1,75), nel 2002 passò alla Viterbese (3 presenze in Serie C1), quindi alla Lodigiani (3 presenze in Serie C2 nel 2003-04) e poi, dopo un anno di stop, ha iniziato a girare tante squadre tra i dilettanti: Lupa Monterotondo (84 presenze e 8 reti tra il 2005 e il 2008 in Serie D), Fidene, San Cesareo, Lupa Castelli Romani, Ottavia, Crecas Palombara, UniPomezia e Nuova Florida.

È ancora in attività e dallo scorso dicembre milita nel Tivoli, che ha vinto il girone B della Promozione laziale, guadagnandosi l’accesso in Eccellenza. Quattro anni fa lo andarono a cercare per chiedergli del suo legame con De Rossi, ma lui, con tatto evitò di parlarne ai giornalisti: «Preferisco non sbandierare ai quattro venti la mia amicizia con lui, anche alla luce del fatto che mesi fa mi hanno tartassato».

Damiano Stefanini, il fisioterapista

Infine c’è Damiano, che è stato a lungo uno dei fisioterapisti giallorossi: stiamo parlando di Damiano Stefanini, nato a Terni l’8 maggio 1980, arrivato alla nel 2012, all’epoca di Zdenek Zeman, la lasciato il club giallorosso nel marzo scorso, dopo 7 anni, al momento dell’esonero di Eusebio Di Francesco. Stefanini ha pagato il rimpasto dello staff medico, alla luce dell’incredibile serie di infortuni muscolari patiti dai calciatori romanisti in questa stagione.

Nel giorno dell’addio il 39enne fisioterapista umbro ha pubblicato un messaggio toccante su Instragram, postando la foto di un abbraccio con Daniele De Rossi: «Sono stati 7 anni importanti della mia vita – ha scritto Damiano Stefanini sul social network il 9 marzo 2019 – ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine, soprattutto la mia famiglia. Ho dato sempre il massimo per questa società e per questi colori per raggiungere gli obiettivi più importanti… rimarranno tanti ricordi indelebili.. uno su tutti», evidentemente riferito a quel gesto d’affetto con De Rossi.

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