MERCOLEDÌ 15 GIUGNO 1927. Continua la polemica a distanza tra Italo Foschi, presidente della neonata A.S. Roma, e Giorgio Vaccaro, vicepresidente della Lazio, sui motivi che hanno portato i biancocelesti a restare esclusi dalla nuova società giallorossa.
Il giornale “Il Tevere” in edicola oggi pubblica la seconda replica di Vaccaro a Foschi: «Con gli stessi intendimenti di cameratismo sportivo professati da Foschi ed a chiarimento di quanto egli pubblica nel Tevere di ieri, in risposta ad un mio precedente commento, debbo ricordare i seguenti dati di fatto:
- Non è esatto che da parte dei dirigenti della Lazio si volesse, più che una fusione dei due Enti, un vero e proprio assorbimento della Fortitudo, della quale non sarebbe rimasto che il nome aggiunto a quello della Lazio per la sola sezione Calcio. Tale soluzione, e per quanto riguarda solamente il nome, sarebbe stata quella che io personalmente avrei perorato in seno alla riunione delle due Commissioni, ma tale questione, come risulta dal verbale della riunione medesima data alla stampa, e dalla quale Foschi era assente, non fu neppure levata, perché le trattative caddero sulla questione finanziaria per la quale i dirigenti della Fortitudo avevano chiesto la precedenza. Ad ogni modo la soluzione oggi adottata ha egualmente privato la Fortitudo del suo nome.
- Non sapevo (e nessuno dei dirigenti della Fortitudo lo disse) che questa avesse anche il mandato di tutelare gli interessi dell’Alba che per bocca del suo presidente aveva dichiarato di accettare quanto si sarebbe concluso tra Lazio e Fortitudo. Il riconoscimento dei debiti nella forma proposta dalla Lazio era fatto al preciso e solo scopo di non creare un nuovo organismo che iniziasse la sua attività con un passivo ingentissimo. Ad ogni modo, come risulta dal verbale pubblicato, la Lazio dichiarò anche che la proposta fatta doveva intendersi come base di discussione, ma i rappresentanti della Fortitudo dichiararono invece di ritenere inutile la discussione e troncarono le trattative. A me premeva, quindi, solo rettificare due punti sostanziali che dimostrano chiaramente come la richiesta di trattative di fusione fatta da Foschi rimase senza conclusione non per volontà della Lazio, la quale anzi fu sorpresa dall’improvvisa e non giustificata resipiscenza, dovuta evidentemente ad altre ragioni che non occorre qui ricordare. E infine con l’occasione mi sia consentito esprimere una mia opinione personale, che ritengo conforme alle direttive del Fascismo, il quale vuole siano valorizzate le singole competenze anche nello sport, dalle alte alle piccole gerarchie, scegliendo i dirigenti fra coloro che per aver effettivamente vissuto la vita sportiva fin dalla loro gioventù, hanno temprato con i muscoli l’animo e la fede. Il concetto dell’organizzatore a vita, buono in tutti i campi, sa troppo di mentalità demoliberatore, ormai sorpassato, e non saremo certamente noi fascisti a rimetterlo in vigore. In tutto il resto sono perfettamente d’accordo con Foschi al quale prometto di non ritornare più sulla questione».
Foschi non voleva la Lazio di Vaccaro
L’aspetto storico importante, che emerge dalle parole di Vaccaro, è che la Lazio avrebbe voluto fondersi nel sodalizio giallorosso, ma fu la fazione di Italo Foschi a interrompere le trattative improvvisamente, la sera del 6 giugno. Inequivocabile è la frase «la richiesta di trattative di fusione fatta da Foschi rimase senza conclusione non per volontà della Lazio, la quale anzi fu sorpresa dall’improvvisa e non giustificata resipiscenza (ravvedimento, n.d.r.)».
Il patron della Roma prepara un’altra replica
Foschi legge la nota di Vaccaro e invia un’ulteriore replica a “Il Tevere”, che la pubblica il giorno successivo: al presidente giallorosso non va giù l’allusione finale sul fatto di non avere esperienza di pratica sportiva sin dalla gioventù.
Mario De Micheli della Fortitudo
Intanto la sua Fortitudo, alle ultime gare prima di essere assorbita dalla A.S. Roma, vive la vigilia della sfida infrasettimanale di Coppa Coni contro l’Hellas Verona, in programma giovedì 16 giugno alle 16.30 allo Stadio Nazionale (l’odierno Flaminio). I romani, guidati dal mister ungherese King, vogliono vendicare il pesante ko, 6-1, nella gara di andata e confidano nel non eccelso momento di forma degli scaligeri, reduci da una sconfitta interna con la Cremonese per 3-0 e da un pareggio a Padova per 1-1. La formazione della Fortitudo annunciata dal quotidiano “L’Impero” è Rapetti; Canestrelli, Corbjons; Zamporlini, Ferraris IV, Scocco; Puerari, Boros, Bramante, Cappa, Sbrana.
De Micheli potrebbe rientrare
Secondo “Il Messaggero” invece dovrebbe tornare a disposizione De Micheli, che è assente da alcune settimane perché impegnato nel servizio militare a Napoli. A causa del sole sempre più rovente la parte sinistra dello Stadio Nazionale, maggiormente in ombra, viene divisa in vari settori che comprendono eccezionalmente anche i posti popolari. Per la tribuna a destra, sotto il sole, sono invece messi in vendita biglietti speciali a 5 lire.