Francesco Rocca in questi giorni ci sta pensando, lo sappiamo con certezza. Sono passati 40 anni dall’inizio del suo terribile calvario, fatto di infortuni e operazioni, e la mente di “Kawasaki” è tornata quasi come un’ossessione a quell’ottobre del 1976: il ginocchio sinistro ancora oggi, come ogni giorno da 40 anni, fa male. Ma soprattutto fa male ripensare alla carriera di un calciatore di grande talento, che a 22 anni ha smesso di volare sul più bello e a 27, dopo tante battaglie, sofferenze e cinque interventi chirurgici, ha dovuto lasciare il calcio.
10 OTTOBRE 1976, ROMA-CESENA: LA PRIMA BOTTA
Rocca si fa male per la prima volta al ginocchio sinistro in occasione della seconda giornata di campionato contro il Cesena. La Roma vince 2-0, Kawasaki gioca una bella gara, pur prendendo una botta a inizio partita in uno scontro con il cesenate Giorgio Bittolo: sente un dolorino al ginocchio sinistro, ma non ci fa caso. Pian piano però il dolore aumenta e Francesco esce malconcio dal campo: l’articolazione si gonfia, passa la notte in bianco.
16 OTTOBRE 1976, GIOCA CONTRO IL LUSSEMBURGO
Il ginocchio continua a fare male ma c’è la nazionale e Rocca, con il placet dei medici, gioca in Lussemburgo la prima gara di qualificazione ai Mondiali del 1978. Gli azzurri vincono facilmente 4-1, ma il terzino della Roma gioca piuttosto male, condizionato dal dolore. Gianni Brera sulla Gazzetta dello Sport gli dà 5 meno che diventa un 5 per Ezio De Cesari sul Corriere dello Sport e Pier Cesare Baretti su Tuttosport. Gianfranco Giubilo, sul Tempo, gli assegna 5,5. Uniche sufficienze, un 6, quelle di Melidoni sul Messaggero e Turrini sul Resto del Carlino. Quel match sarà l’ultimo della sua carriera in nazionale.
19 OTTOBRE 1976, IL GINOCCHIO SI ROMPE AL TRE FONTANE
Durante un allenamento mattutino al Tre Fontane il ginocchio sinistro di Francesco Rocca si rompe definitivamente. Kawasaki sta palleggiando con l’ex arbitro internazionale Riccardo Lattanzi e qualche compagno di squadra quando tenta di calciare il pallone, incontrastato, e l’articolazione improvvisamente cede. Rocca perde quasi i sensi per il dolore e viene trasportato a braccia fuori dal campo. Successivamente il general manager Carlo Mupo e il direttore sportivo Luciano Moggi lo portano in clinica per i primi esami. Inizialmente si parla di “blocco meniscale”. Le prime diagnosi sono confermate dal dottor Marco De Pedis della Roma e dagli specialisti Puddu e Lamberto Perugia. Lo stesso Rocca, dopo il ricovero, ha modo di raccontare l’infortunio: «Stavo per colpire la palla di destro e ho improvvisamente avvertito un dolore lancinante al ginocchio sinistro, mi ricordo di essere caduto e per un momento, mi dicono, ho perduto anche i sensi. La crisi si è verificata in quel momento, ma l’infortunio ha la sua origine nella partita con il Cesena all’Olimpico: dopo appena tre minuti di gioco ricevetti un calcio da Bittolo e da allora il ginocchio praticamente mi ha sempre fatto male, forse condizionando anche il mio rendimento nella partita contro il Lussemburgo».
21 OTTOBRE 1976, IL PRIMO INTERVENTO CHIRURGICO
Francesco Rocca viene operato al ginocchio sinistro nella clinica Villa Bianca di Roma. L’intervento, eseguito dal dottor Lamberto Perugia, dura un’ora e mezza. Al momento di aprire l’articolazione però i medici trovano una situazione più grave di quanto si pensasse inizialmente: «La lesione subita da Rocca è più complessa di quanto avevamo previsto – spiega il chirurgo all’uscita dalla sala operatoria – oltre al menisco, che è stato asportato, erano interessati i legamenti e la capsula del ginocchio sinistro e c’era un distacco osteo-cartilagineo del condilo femorale interno. Il recupero del giocatore sarà di conseguenza più lungo del normale».
5 GENNAIO 1977, TORNA AD ALLENARSI
A poco a due mesi e mezzo dall’operazione, Rocca torna cautamente ad allenarsi sul campo.
17 APRILE 1977, ROCCA RIENTRA A PERUGIA
Dopo sei mesi di stop Francesco Rocca torna a giocare a Perugia, in una gara persa 3-0 dalla Roma di Liedholm. La prestazione del terzino giallorosso è anonima, ma da lì in poi torna a essere titolare.
14 MAGGIO 1977, IL CONTRATTEMPO
La Roma gioca contro la Juventus ma Rocca non è in campo: da tre giorni il ginocchio sinistro gli fa ancora male e “Kawasaki”, affranto, è costretto a fermarsi di nuovo. Rientrerà una settimana dopo, pur non ancora al meglio, in occasione dell’ultima giornata di campionato contro il Bologna.
1 GIUGNO 1977, LASCIA IL TOUR IN AMERICA PER INFORTUNIO
La Roma è in tournée nel Nord America per una serie di partite tra Stati Uniti e Canada. Rocca non è al meglio: gioca soltanto 6 minuti della prima gara, il 29 maggio contro il New York Apollo, e poi una decina scarsi il 1° giugno contro i Vancouver Whitecaps. In questo secondo match “Kawasaki” entra dopo un’ora al posto di Maggiora, ma al primo scatto, su lancio di Santarini, si ferma quasi in lacrime alzando il braccio in segno di resa. Lascia il campo a Bacci e viene autorizzato dalla Roma a rientrare in Italia, nonostante il tour preveda altre gare. I giallorossi sono peraltro costretti ad annullare due ulteriori amichevoli, a San José e a San Francisco, che per contratto prevedevano la presenza in campo di Francesco Rocca.
22 LUGLIO 1977, IL GINOCCHIO FA ANCORA MALE
Rocca parte con la Roma per il ritiro precampionato di Norcia, agli ordini del nuovo tecnico Gustavo Giagnoni, ma il ginocchio gli duole ed è gonfio. Durante le vacanze il dolore non gli ha dato tregua. Già il 26 luglio fa una prima visita di controllo dal dottor Perugia, che l’ha operato. Rocca rivela di avere un problema con una parte di cartilagine del ginocchio, che si è logorata, ma i medici gli consigliano di forzare l’allenamento per tre-quattro giorni e valutare la reazione dell’articolazione.
5 SETTEMBRE 1977, IL PROFESSOR TRILLAT ORDINA L’INTERVENTO
Dopo una serie di consulti medici e contrattempi Rocca viene visitato a Lione dal francese Albert Trillat, specialista con all’attivo 5.000 interventi alle ginocchia, che smentisce il dottor Perugia. Kawasaki non ha problemi al menisco esterno ma deve essere operato ai legamenti.
15 SETTEMBRE 1977, SECONDA OPERAZIONE AL GINOCCHIO
A quasi un anno dal primo infortunio Francesco Rocca viene nuovamente operato, stavolta a Lione dal professor Albert Trillat. Entrato in sala operatoria alle 8.30, il terzino della Roma e della nazionale ne esce dopo due ore e un quarto. «Ci sono possibilità di ripresa — dice il dottor Trillat dopo l’intervento – ma leggermente inferiori al previsto. Avevo parlato, dopo gli esami a cui il giocatore si era sottoposto, di un ottanta per cento di probabilità di pieno recupero. Ora penserei a un settanta per cento. Ugualmente avevo preventivato in circa tre mesi il periodo di inattività, ma ora penso che occorrano sei mesi. Ho trovato un ginocchio instabile e sono dovuto intervenire sui legamenti mediani e sul legamento crociato anteriore per ricostruirli. Ho trovato invece sano il menisco esterno e non è stato necessario intervenire sulla cartilagine interessata dalla precedente operazione che ho trovato a posto».
13 MAGGIO 1978, LA FALSA NOTIZIA DELL’ADDIO AL CALCIO
L’Ansa diffonde in serata la notizia dell’addio al calcio di Kawasaki: «Il giocatore della Roma e della nazionale Francesco Rocca (24 anni) si ritira dall’ attività agonistica» si legge in un lancio della nota agenzia giornalistica. «Che cosa? Mi ritiro dal calcio? Chi ha messo in giro ‘sta stronzata? – sono le prime parole dell’interessato – la gente è matta. Non sa più che cosa inventarsi sul mio conto. Che non stia bene è una cosa, ma che abbia deciso di darmi per vinto vinto è un’altra. Per il momento non ci penso proprio. Anzi sapete che vi dico? Che vi saluto e vado a brindare a champagne della migliore marca, con i miei amici, ad un mio rapido ritorno all’attività agonistica».
29 GIUGNO 1978, L’OPERAZIONE SEGRETA: È LA TERZA
In gran segreto Rocca viene operato nuovamente a Lione dal professor Trillat. D’accordo con il presidente romanista Gaetano Anzalone, il terzino giallorosso decide di non diffondere la notizia, che emerge soltanto il 2 luglio. L’intervento “esplorativo” permette a Trillat di asportare alcuni frammenti ossei e di controllare lo stato di salute della cartilagine. I primi responsi sembrano molto positivi. «Presidente, è andato tutto bene – dice Rocca entusiasta ad Anzalone via telefono – il professor Trillat mi ha dato una grossa notizia. Quest’anno la Roma non si è solo assicurata un paio di giocatori del calibro di Pruzzo e Spinosi, ma anche un buon terzino che risponde al nome di Francesco Rocca».
22 OTTOBRE 1978, IL RITORNO IN CAMPO
“Kawasaki” torna a giocare dopo quasi un anno e mezzo di stop: il tecnico Giagnoni lo schiera titolare all’Olimpico nella gara vinta 2-0 contro il Bologna con reti di De Nadai e Pruzzo. Rocca indossa la fascia di capitano, si toglie la ruggine di dosso e disputa una buona gara.
17 DICEMBRE 1978, IL GINOCCHIO FA MALE E SI AUTOESCLUDE
In vista di una gara di campionato con la Juventus, Francesco Rocca si autoesclude a causa di nuovi dolori al ginocchio. Il problema si protrae e, durante la pausa natalizia, mentre la Roma va in tour in Arabia, Rocca si cura a Saturnia dove gli viene suggerito di usare un plantare. Torna in campo il 4 febbraio, contro il Milan.
3 MAGGIO 1979, BRUTTO RISVEGLIO COL GINOCCHIO GONFIO
Proprio quando Rocca sembra aver ritrovato se stesso grazie a un’eccellente prestazione a San Siro, nel match vinto 2-1 dalla Roma sull’Inter il 29 aprile 1979 (ancora gol di Pruzzo e De Nadai), ecco il nuovo maledetto contrattempo. Pochi giorni dopo l’impresa di Milano “Kawasaki” si risveglia con il ginocchio sinistro, già operato tre volte, gonfio.
9 MAGGIO 1979, IL QUARTO INTERVENTO CHIRURGICO
Francesco Rocca viene operato a Roma dal professor Lamberto Perugia e dalla sua equipe, alla presenza del medico della Roma Ernesto Alicicco. L’intervento, come informa un comunicato della società giallorossa, dura circa 20 minuti e consiste nella rimozione di un corpo libero endo-articolare delle dimensioni di un grosso fagiolo e nella revisione delle diverse componenti del ginocchio stesso che conferma lo stato di sofferenza articolare già emerso dagli accertamenti radiografici.
21 OTTOBRE 1979, DI NUOVO IN CAMPO PER SPERARE
Nuovo rientro in campo, dopo sei mesi di stop, in occasione di una gara pareggiata 0-0 contro l’Udinese. Gioca una buona gara, ma i giornali lo premiano con entusiasmo per la forza di volontà dimostrata: il Messaggero gli assegna addirittura 9,5 in pagella, Giallorossi, Paese Sera e il Tempo gli danno 8, il Corriere dello Sport gli dà 7.
18 DICEMBRE 1980, IL QUINTO E ULTIMO INTERVENTO
Dopo aver giocato da titolare il 30 novembre nel match vinto 3-1 contro l’Udinese, Rocca si ferma ancora. Il ginocchio fa male e deve essere nuovamente operato il 18 dicembre. L’intervento, il quinto, viene eseguito a Villa Bianca dal professor Perugia, assistito dai dottori Puddu, Mariani, Alicicco e Caruso. Durante l’operazione, che dura appena 10 minuti, vengono rimossi due corpi mobili. L’arto non viene neanche ingessato e Rocca tornerà disponibile dopo un paio di mesi: «Non mi arrendo, ci riprovo. Soltanto dopo aver rimesso le scarpe da calcio saprò se è giunto il momento di appenderle» sono le parole del terzino romanista durante la convalescenza. Il 15 febbraio 1981 Francesco Rocca è in panchina nella sfida contro il Brescia. Giocherà altre due partite in campionato nella Roma: il 22 febbraio contro il Bologna e il 3 maggio, da titolare, contro il Perugia.
3 AGOSTO 1981: «ABBANDONO, È IL GIORNO PIÙ BRUTTO DELLA MIA VITA»
Francesco Rocca inizia una nuova stagione nella Roma, ma immediatamente, durante la preparazione estiva, il ginocchio torna a far male. Dopo una decina di giorni convoca una conferenza stampa improvvisata nel ritiro di Brunico e si arrende definitivamente, lasciando il calcio ad appena 27 anni: «Per il mio ginocchio ormai non ci sono più possibilità di un recupero serio – spiega Kawasaki il 3 agosto 1981 – e allora, con grande rimpianto, ho deciso di abbandonare l’attività. Ho preso questa decisione e mi sembra che la testa mi scoppi. E’ stata dura ed è dura ancora adesso. Ho avuto anche momenti in cui stavo per ritornarci sopra, ma alla fine ho pensato che è meglio che chiuda definitivamente questa mia tribolata carriera col calcio perché mi sono definitivamente convinto di non poter mai più ritornare quello di una volta. Con questa spada di Damocle sopra di me, non potevo continuare rischiando sempre il peggio. Comunque dico queste cose forzando molto su me stesso perché è il momento più brutto della mia vita, anche più brutto di quella lunga serie di cinque interventi fatti su questo ginocchio sinistro». Il 29 agosto 1981 saluta un’ultima volta i suoi tifosi giocando per 20 minuti nell’amichevole tra Roma e Internacional Porto Alegre, allo Stadio Olimpico.
Fonti: Archivio l’Unità.
Archivio La Stampa.
Asromaultras.org
Guerin Sportivo
Giallorossi
Ansa
“Tutti gli uomini che hanno fatto grande l’As Roma” di Adriano Stabile (Ultrasport)
“Back in the Usa” di Massimo Izzi (Goalbook edizioni)