Uno spicchio della vita privata di Attilio Ferraris, il primo e mitico capitano della storia della Roma. Ce lo regala Mirca Albertini, nipote dell’indimenticato campione giallorosso, in una piacevole chiacchierata tra molti ricordi e un pizzico di nostalgia: «Abitavo a via Masaccio, al quartiere Flaminio – ci racconta la signora Albertini – e zio Attilio mi veniva a prendere a scuola alla Guido Alessi, sulla via Flaminia, quando facevo la prima elementare. Veniva in macchina e tutti ci guardavano. Ricordo la gente e i bambini intorno a noi. Aveva una Lancia, credo un modello Ardea o Aprilia. Aveva la passione per le belle macchine».
La signora Mirca è figlia di Riziero Albertini, a sua volta fratello di Dorina Albertini, la moglie emiliana di Ferraris IV, scomparsa nel 1984 a 77 anni e sepolta al Verano accanto al capitano romanista: «Dorina però si faceva chiamare Iolanda come la principessa di Savoia (primogenita di Vittorio Emanuele III, re d’Italia dal 1900 al 1946, n.d.r.)», ci rivela la nipote.
«Zia Iolanda era in tribuna quando lo zio Attilio morì (l’8 maggio 1947 a Montecatini durante una partita tra vecchie glorie, n.d.r.). Poco prima le aveva portato dei fiorì e poi è morto in campo». Fu una coincidenza terribile: «Sì, perché zia non andava mai a vedere le partite del marito».
I ricordi continuano, riaffacciandosi a sprazzi: «Quanto era bello – dice guardando una foto di Ferraris in nazionale – non ha avuto figli perché la moglie non poteva averne. Oggi invece ne avrebbe avuto la possibilità. Pensi che zio Attilio diceva di volermi adottare. Anche per questo veniva sempre a prendermi a scuola. Era davvero dolce, mi voleva molto bene».
La donna ci regala anche qualche notizia sulle abitazioni dell’asso giallorosso: «Appena sposato viveva a via Luca Signorelli (al quartiere Flaminio, n.d.r.), poi si è trasferito con la moglie in via Antonio Gramsci, ai Parioli, in una casa molto bella».
Campione del mondo nel 1934 e atleta riconosciuto da tutti, Ferraris non usciva dal cliché della star dello sport: «Giocando a calcio era sempre circondato da donne – ci racconta la signora Albertini – ma ricordo che mi diceva sempre di amare molto la moglie Dorina».
La nipote del grande Attilio non ha ricordi diretti di Fulvio Bernardini, ma zia Iolanda, ormai vedova dopo la scomparsa dell’ex capitano della Roma, ogni tanto ne parlava: «Raccontava di quanto fossero amici come due fratelli e che si volevano molto bene». Poi la mente va alla prematura scomparsa di Ferraris, a soli 43 anni: «Fu una tragedia per tutta la famiglia, lo ricordo bene. Mi portarono al funerale, c’era una marea di gente. Tante persone, in chiesa, erano arrampicate addirittura sulle colonne». Immagini indelebili di un campione immortale.