Martedì 27 settembre 1927. Dopo l’esordio della prima squadra della Roma in campionato è tempo di attivarsi anche per le neonate giovanili giallorosse. La segreteria del club di Italo Foschi invia al quotidiano “Il Messaggero” un comunicato di convocazione per i giocatori “Boys” e “Allievi”: i ragazzi, provenienti dai settori giovanili di Alba, Fortitudo e Roman, dovranno trovarsi alle 14.30 del giorno successivo al Motovelodromo Appio per una prima valutazione da parte dello staff tecnico.
Nella giornata odierna l’ala giallorossa Luigi Ziroli spegne le candeline del suo ventiquattresimo compleanno. Nato nella Capitale, in via Principe Eugenio 60 a due passi da piazza Vittorio, venne descritto con affetto e schiettezza dal suo compagno di squadra Cesare Augusto Fasanelli, in una rievocazione storica della Rai del 1983, intitolata “Cuore giallorosso”: «Ziroli era un grande romano, romano, romano – le parole testuali di Fasanelli ai microfoni della televisione di Stato – venti volte romano, altruista, forte, robusto, tenace, un po’ mascalzoncello. Anzi, qualche volta, quando si andava a Villa Borghese a fare una passeggiata, spesso e volentieri s’incontravano questi studenti delle scuole dei preti che giocavano a palletta tra di loro. Lui si faceva riconoscere, giocava con loro in mezzo… poi, a un certo punto, a questo palloncino lui gli dava un calcio, questo calcio era più forte degli altri, andava in un certo punto dove non c’era nessuno. Lui, piano piano, dopo se l’andava a prendere e se lo portava via».
Cresciuto nella Juventus Audax di Roma, giocando da portiere, Luigi Ziroli, detto“Ziroletto”, è poi diventato nell’Alba un’affidabile ala con buone capacità di andare a rete. Passato alla Roma al momento della fondazione, resta però in giallorosso soltanto una stagione, per poi emigrare al Venezia nell’estate del 1928. Nel 1929 Ziroli torna nella Capitale per vestire la maglia della Lazio, con cui gioca per due anni. Successivamente milita nel Palermo, per nove stagioni (dal 1931 al 1940, a parte un breve stop nel 1938), e nella Mater Roma.
Compie quattro anni oggi un bambino milanese di nome Renzo Merlin. Diventerà un buon calciatore, debuttando nella Pirelli di Milano, per poi passare alla Pro Sesto (1945-46), quindi al Taranto (1946-47), alla Salernitana (1947-48) e alla Lucchese (1948-49). Ala destra con una buona capacità realizzativa (segna 19 gol nelle prime due stagioni in Serie A, tra il 1947 e il 1949), nell’estate del 1949 viene ingaggiato dalla Roma. Resta quattro anni in giallorosso, raccogliendo 68 presenze e 15 reti in campionato.
Vive la drammatica retrocessione in Serie B del 1951, ma dà anche il suo contributo nella cavalcata che porta all’immediato ritorno in Serie A. È in campo nell’ultima partita, il 22 giugno 1952 a Verona, in cui la Roma acciuffa soffrendo uno 0-0 che le dà il punto decisivo per la promozione. Lasciata la Capitale nel ’53 va a chiudere la carriera in Toscana, con Empoli e Siena.
Lasciato il calcio giocato diventa allenatore, guidando, tra le altre, squadre laziali come Frosinone, Tevere Roma, Viterbese, Alatri e Cynthia Genzano. Nel 1973-74, quando è alla guida del Cynthia, vince il Seminatore d’oro come miglior tecnico italiano della Serie D.
Nella foto all’inizio dell’articolo: Luigi Ziroli, ala della Roma