Domenica 6 novembre 1927. Il clima di tensione che pervade il nostro calcio da tre giorni, in seguito alla revoca dello scudetto del Torino per illecito sportivo, cresce ulteriormente nel gruppo della nazionale poco prima che i nostri ragazzi scendano in campo al Littoriale di Bologna, per affrontare l’Austria. In mattinata arrivano le prime indiscrezioni sulla squalifica a vita, decisa ma non ancora ufficializzata dal direttorio federale, per il terzino Luigi Allemandi (futuro romanista), che conta già 3 presenze in azzurro.
LA BOMBA ALLEMANDI POCO PRIMA DEL FISCHIO D’INIZIO
Enrico Craveri, dirigente di spicco della Juventus, commette l’ingenuità di rivelare ulteriori particolari dell’inchiesta ai nostri calciatori: «La bomba esplose allo stadio bolognese, mezz’ora avanti l’inizio della partita (fissato per le 14.45, n.d.r.) – ha ricordato Fulvio Bernardini, centromediano titolare degli azzurri quel giorno – arrivò l’avvocato Craveri negli spogliatoi dove stavamo preparandoci e, in un baleno, la grave notizia arrivò fino a noi: al Torino era stato revocato il titolo di campione d’Italia e Luigi Allemandi, che l’Inter aveva acquistato dalla Juventus, era stato squalificato a vita. Non so con precisione cosa provassero gli altri, ma ricordo che io mi sentii immediatamente svuotato di ogni volontà e con una grande tristezza nel cuore. Del resto, la partita con l’Austria mise in chiaro che tutti gli azzurri erano irriconoscibili. La squadra vera era rimasta negli spogliatoi, attaccata alle feroci parole dell’avvocato Craveri, l’unico, il solo sconosciuto protagonista della giornata».
IL PUBBLICO DI BOLOGNA FISCHIA TORINISTI E JUVENTINI
L’Italia gioca male quella seconda gara di Coppa Internazionale, suscitando svariate critiche da parte della stampa sportiva. Durante il match non manca poi qualche grido di contestazione, da parte del pubblico di Bologna, nei confronti di Libonatti, Baloncieri, Munerati e Cevenini III, calciatori del Torino e della Juventus, squadre toccate dallo scandalo. Non bisogna dimenticare che i granata avevano vinto lo scudetto del 1927, ormai revocato, precedendo di due punti proprio il Bologna. «Non è da escludersi – racconta al “Messaggero” dell’8 novembre 1927 Italo Foschi, presidente della Roma e membro del direttorio federale che ha giudicato il Torino – che la pessima esibizione di questi uomini debba attribuirsi al contegno deplorevole del pubblico, contegno tanto più biasimevole in un pubblico che vuole ritenersi sportivamente maturo».
TRAVERSA DI LEVRATTO, MA L’AUSTRIA GIOCA MEGLIO
L’Austria del ct Meisl, imbottita di giovani e con tre debuttanti (Bilek, Schott e Walzhofer), mostra una manovra veloce e ricca di cambi di gioco, trovando il gol allo scadere del primo tempo con Franz Runge, mezzala dell’Admira, su assist di Wessely. I bianchi, pur non incantando, meritano la vittoria imponendo il loro possesso di palla. Da segnalare, per gli azzurri, una traversa colpita da Levratto nel primo tempo e la prestazione non eccelsa del romano Bernardini, che soffre a metà campo soprattutto nella ripresa.
ITALIA-AUSTRIA 0-1
Rete: 44’ Runge.
Italia: De Prà; Zanello, Caligaris; Pietroboni, Bernardini, Genovesi; Munerati, Baloncieri, Libonatti, Cevenini III, Levratto. Ct: A. Rangone.
Austria: Franzl; Rainer, Blum; Klima, Bilek, Schott; Siegl, Runge, Gschweidl, Walzhofer, Wessely. Ct: H. Meisl.
Arbitro: Prince Cox (Inghilterra).
Note: 30.000 spettatori. Capitani: Baloncieri (Italia) e Blum (Austria).
Nella foto all’inizio dell’articolo: Virgilio Felice Levratto, che colpisce una traversa in occasione del match con l’Austria.