DOMENICA 26 GIUGNO 1927. Il Messaggero pubblica una lunga intervista a Italo Foschi (nella foto qui sopra la pagina del quotidiano romano), presidente della Associazione Sportiva Roma, che illustra nel dettaglio genesi e obiettivi della neonata società capitolina: «Avremo a disposizione un numero davvero imponente di giuocatori di eccezionale valore coi quali soltanto si potrebbe costituire una grande squadra, degna di competere con le migliori del Nord – spiega il patron dei giallorossi – ma ciò non toglie che si facciano dei nuovi acquisti. Dichiaro però fin d’ora che l’Associazione Sportiva Roma formerà una squadra composta in prevalenza di romani e non consentirà mai che i suoi migliori giocatori trasmigrino in altre società. Questo sia detto, una volta per sempre, per tagliar corto alle stupide dicerie diffusesi in questi giorni negli ambienti sportivi».
Foschi si sofferma anche sulle motivazioni che lo hanno spinto a fondare la Roma: «La fusione dell’Alba, della Fortitudo e del Roman è la soluzione migliore che, nell’interesse dello sport, potevano augurarsi le folle sportive. Era tempo che si arrivasse a una riduzione delle società di calcio. Nel 1926 ben sei squadre di Prima Divisione disputavano il campionato di calcio. Io mi preoccupai di questa dannosa dispersione di energie e all’inizio dell’anno sportivo 1926-27 riuscii a concludere la fusione della Fortitudo con la Pro Roma. A sua volta l’Alba si fuse con l’Audace. Oggi si è fatto un passo innanzi e si può affermare che il problema calcistico romano è definitivamente risolto, con l’approvazione delle superiori gerarchie politiche e sportive».
Nella lunga intervista il presidente dà anche indicazioni sulla gestione societaria e tecnica, non senza qualche riferimento polemico al passato: «È mio intendimento di instaurare nella nuova società la più rigida disciplina, tra i soci e soprattutto tra i giocatori. Sarà data la massima autorità al trainer, il quale deve essere il solo responsabile della formazione della squadra. Molti nostri insuccessi sono stati dovuti alle illegittime inframmettenze di qualche dirigente, che proteggeva qualche giocatore assolutamente immeritevole».
Presto sarà costruito un nuovo impianto sportivo, che nel progetto iniziale dovrebbe essere utile anche alla sezione di atletica leggera della Roma: «È per questo che il nuovo campo, che sarà costruito al quartiere Testaccio, presso la piramide di Caio Cestio, sarà munito di una pista podistica e di una palestra coperta e scoperta – spiega Foschi nell’intervista al “Messaggero” – il campo di Testaccio sarà destinato per ora agli allenamenti e il campionato verrà disputato al Motovelodromo Appio al quale saranno apportati notevoli miglioramenti».
Alle 16.30. al Motovelodromo Appio (o campo dei Cessati Spiriti), va in scena l’ultima partita ufficiale dell’Alba-Audace, che pareggia 1-1 contro il Brescia nella penultima giornata di Coppa Coni (l’Alba è già sicura di vincere a tavolino l’ultimo match per l’annunciato forfait dell’Andrea Doria). Il caldo scoraggia i tifosi capitolini, accorsi in numero esiguo sulle gradinate dell’impianto del quartiere Tuscolano. I padroni di casa passano in vantaggio al 4’ con Battilana, poi mantengono a lungo il possesso di palla, senza però riuscire a farsi davvero pericolosi sotto la porta bresciana: «La causa principale di deve attribuire alla prima linea – scrive nella cronaca del match il quotidiano “L’Impero” – che come al solito, per ben 60 minuti, ha martellato la difesa avversaria, senza mai concludere».
La scarsa efficacia in area avversaria è un problema atavico dei biancoverdi: «È stato un peccato – continua il giornale capitolino – vedere la squadra romana superiore in tecnica e in giuoco all’avversaria e non poter concretare tale superiorità per mancanza di decisione della prima linea; la quale a metà campo costruiva azioni superbe di stile che andavano però a morire non appena entravano nell’area di rigore degli ospiti». Il Brescia approfitta della sterilità offensiva albina e trova il pareggio al 52’ con Giuliani, che sfrutta una disattenzione del terzino Bianchi.
Tra le “Rondinelle” spicca la prestazione del terzino Vailati, oltre a quelle di Pasolini (che vestirà la maglia della Roma di Testaccio dal 1932 al 1934) e di Gianora, portiere di riserva schierato a sorpresa da titolare.
Nell’Alba, priva degli esperti Rovida e Ziroli, i più convincenti sono il terzino Mattei, il portiere Ballanti, attento nelle uscite e sicuro in presa, il mediano Caimmi e le ali Chini Ludueña e Battilana. Deludono invece gli attaccanti Jacoponi, Galluzzi ed Heger.
Compie 27 anni oggi Antonio Maddaluno, ala del Roman, già inserito nella rosa della Roma 1927-28. Nato nella Capitale, non giocherà mai in campionato con la maglia romanista, ma avrà spazio nella cavalcata vincente della Coppa Coni 1928.
ALBA-BRESCIA 1-1
Reti: 4’ Battilana (A), 52’ Giuliani (B).
Alba: Ballanti; Mattei I, Bianchi II; Giannelli, Degni, Caimmi; Battilana, Heger, Galluzzi, Jacoponi, Chini Ludueña. All. Piselli.
Brescia: Gianora; Pasolini, Vailati; Bellardi, Bonardi, Ratti II; Bissolotti, Frisoni II, Tonali, Giuliani, Felini. All. Bellamy.
Arbitro: Turbiani di Ferrara.
Note sulle fonti: secondo il quotidiano “L’Impero” nel Brescia ha giocato Gadaldi e non Bonardi e il gol bresciano è stato realizzato da Tonali e non da Giuliani.