VENERDÌ 18 MARZO 1927. Tiene banco, sulle pagine del quotidiano “L’Impero” odierno, il dibattito sulla necessità di rendere più forti e competitive le squadre del centro-sud, soprattutto a Roma. L’idea è quella di partire dai buoni risultati attuali per unire le forze e contrapporsi agli squadroni del nord: «Le squadre romane – si legge sul giornale capitolino – hanno saputo procurare tante soddisfazioni agli sportivi romani. In special modo ci piace far rilevare il valore dei bianco-verdi dell’Alba: questa squadra ha, fin dalla sua prima comparsa sui campi settentrionali, impressionato e richiamato su se stessa gli attenti sguardi dei maggiori competenti che sempre hanno avuto parole di ammirazione per la nuova arrivata. […] Nonostante i brillanti combattimenti sostenuti, quasi sempre ostacolati dalla più avversa fortuna, specie per l’Alba e la Fortitudo, le due squadre centro-meridionali, se modificazioni non verranno apportate, fatalmente usciranno dalla Divisione Nazionale».
In realtà l’Alba ha ancora la remota possibilità di acciuffare uno spareggio salvezza all’ultima giornata, vincendo a Modena e sperando nella contestuale sconfitta del Brescia, in casa, con il Casale: scenario di difficile realizzazione, ma ancora possibile.
LA RETROCESSIONE PORTEREBBE ALLA MORTE DEI CLUB
«L’escludere dal massimo campionato quelle squadre che non si sono mostrate all’altezza del compito cui sono state chiamate – continua “L’Impero” – per far posto alle vincenti dei vari gironi della Prima Divisione, è un criterio sportivo indiscutibile e assolutamente equo, ma a noi sembra che l’applicazione di tale principio nei riguardi delle squadre centro-meridionali si risolverebbe in una vera distruzione di tutto quanto è stato fatto per l’incremento e la valorizzazione del calcio centro-meridionale».
«Le tre squadre (Napoli, Alba e Fortitudo, n.d.r.) che dovrebbero lasciare il posto alla vincente del girone D di Prima Divisione (la Lazio, n.d.r.) ben difficilmente potrebbero sopravvivere. Difatti è bene non dimenticare i gravosi sacrifici finanziari ai quali le tre società sono state sottoposte per questa prima annata (dopo la riforma dei campionati con la Carta di Viareggio del 1926, n.d.r.) e che le stesse hanno volenterosamente affrontato nella speranza di poter continuare il loro cammino ascensionale e, del pari, non va dimenticato il simpatico interessamento di una nuova grande massa di appassionati che oggi preferisce assistere a una bella partita di calcio anziché trascorrere il pomeriggio nei soliti hotels, dancings, ecc.».
È GIUSTO RIPESCARE FORTITUDO, NAPOLI E, SE SERVIRÀ, ALBA
A conclusione del suo ragionamento “L’Impero” auspica il ripescaggio di Napoli, Fortitudo e, se necessario, Alba nella Divisione Nazionale: «Quale principio vieta di mantenere anche per il nuovo anno le tre squadre centro-meridionali nella massima competizione? […] Concedere una prova d’appello costituirebbe un sano provvedimento sportivo che in pari tempo rafforzerebbe enormemente lo sviluppo del calcio romano e napoletano. Questo gli sportivi chiedono per la vita del loro sport preferito».
IL MILAN ATTESO A ROMA: ATTENZIONE A CEVENINI V
In vista della sfida di campionato con la Fortitudo si apprende che anche il Milan, come accaduto per il Genoa in occasione del match con l’Alba del 6 marzo, arriverà a Roma viaggiando su un idrovolante. La squadra capitolina, già retrocessa, vuole salutare il proprio pubblico con un risultato positivo, ma il Milan non può permettersi passi falsi perché insidiato dal Livorno nella corsa alla qualificazione al girone finale. L’arbitro designato è Cesare Lenti di Genova.
Nel presentare il match “Il Messaggero” inquadra gli uomini più pericolosi tra i rossoneri: «Hajos al centro dei mediani si sa quello che vale e i suoi preziosi compagni sono Marchi e De Franceschini, due elementi di sicuro avvenire. Nella prima linea, ove all’ala sinistra si allinea il quinto della stirpe Cevenini, si trovano degli uomini di valore indiscusso quali Paride Pasqualetto, Savelli, Ostromann e Santagostino. Ma la vera forza del Milan risiede nel trio difensivo dove Carmignato è un portiere di classe eccelsa, e Schienoni e Barzan, quest’ultimo più volte nazionale, sono due terzini di giuoco sicuro e decisivo». Barzan, capitano dei rossoneri, nel 1928 passerà alla Roma.
Nella foto: il Milan 1926-27, prossimo avversario della Fortitudo