DOMENICA 9 GENNAIO 1927: l’Alba ritrova grinta e sostegno dei tifosi, accorsi in massa allo Stadio Nazionale, fermando sull’1-1 l’Inter. I bianco-verdi sono capaci di raddrizzare un match che rischiava di compromettersi nel primo tempo. L’arbitro Osti di Ferrara dà inizio alla gara alle 14.40: l’Alba ha un paio di occasioni iniziali con Chini poi l’Inter sale in cattedra, con un gioco basato sulle penetrazioni delle ali sulle fasce e sull’interscambio di posizione tra gli attaccanti. Al 25’ Castellazzi sfugge a Degni, allunga a Corti che a sua volta serve Powolny. L’attaccante austriaco non ha esitazioni e trafigge di prima intenzione Ballante da una quindicina di metri.
Dopo l’intervallo i padroni di casa assaltano la porta interista alla ricerca del pareggio che giunge al 65’: Degni serve in profondità Luigi Ziroli che, nonostante la coraggiosa uscita di Degani sui suoi piedi, supera il portiere avversario con un preciso pallonetto. Poco dopo l’Inter resta menomata per l’infortunio di Bellini, che si scontra fortuitamente con il proprio portiere Degani. Il terzino sinistro nerazzurro esce dal campo per cinque minuti e poi rientra, acciaccato, giocando da ala e rimpiazzato da Rivolta in difesa. La fase conclusiva dell’incontro è vivace, con continui ribaltamenti di fronte: il gioco si fa duro e all’Inter, che colpisce un palo con Conti all’80’, viene anche annullato un gol per offside. Il risultato non cambia: il match si chiude 1-1.
DEGNI SUPER, BERNARDINI NON BRILLA
Nell’Alba spicca la prestazione di Giovanni Degni, inesauribile a centrocampo. Da segnalare anche la buona gara di Iacoponi in attacco, di Bianchi, di Rovida, dell’ungherese Heger e di Mattei. Debutto assoluto in campionato per il 20enne Leopoldo Caimmi, impiegato da mezzala sinistra. Tra i nerazzurri si mettono in luce Powolny, autore del gol ospite, l’ala Conti, il portiere Degani, autore di grandi interventi, e l’ex terzino della Juventus Gianfardoni. Fulvio Bernardini (nella foto), perno del centrocampo interista, è autore di un match a corrente alternata. Pesa l’assenza in avanti dell’esperto Cevenini III.
ALBA, IL GIOCO È ANCORA MACCHINOSO: CHINI E ZIROLI SPRECONI
Il gioco dell’Alba mostra però ancora difetti: è troppo macchinoso e gli attaccanti sono spesso sciuponi. «I giocatori albini – si legge nella pagina sportiva del quotidiano “L’Impero”, nel tipico stile dell’epoca – arrivano rapidamente, come tanti puledri, sul limite dell’area di rigore avversaria. Lì giunti, come se sottostessero a un malefico sortilegio, si stordiscono, perdono la concezione e la direzione del gioco, vagolano con una tremenda pesantezza ai piedi come se trascinassero un macigno, passano e ripassano (la palla, n.d.r.) fra di loro senza mostrar d’avere il fiuto della porta nemica, lì a due passi, quando tirano lo fanno come se fossero al compimento d’un sacrificio penoso e deprimente». Contro l’Inter sono particolarmente pasticcioni, in prima linea, Chini e Ziroli, pur con il merito quest’ultimo di aver segnato il gol del pareggio albino. In classifica i bianco verdi romani sono ancora attardati, settimi (su dieci) a 11 punti: uno in più del Brescia e tre in più dell’Hellas Verona.
FORTITUDO KO A LIVORNO, FERRARIS IV SEGNA IL GOL DELLA BANDIERA
La Fortitudo, dopo la bella vittoria sul Torino, esce sconfitta 3-1 dalla trasferta di Livorno, sotto un sole quasi primaverile. Tra i toscani si fanno subito pericolosi, a inizio gara, Pitto e l’attaccante della nazionale Magnozzi, che impegnano due volte il portiere romano Vittori. Il Livorno passa in vantaggio al 18’ con Aldo Bandini, su azione di calcio d’angolo, e raddoppiano al 23’ con Magnozzi, bravo a liberarsi della marcatura soffocante di Ferraris IV. Poco prima dell’intervallo Bandini firma la doppietta personale mettendo al sicuro il risultato per il Livorno.
La ripresa è noiosa, spezzettata da tanti falli che irritano il pubblico presente. La Fortitudo trova il gol della bandiera al 60’: su un calcio di punizione di Sansoni III il più veloce ad avventarsi sulla palla è Ferraris IV, che infila alle spalle del portiere amaranto, il friulano Lipizer. Al fischio finale del 28enne Rinaldo Barlassina, che proprio nel 1927 diventa arbitro internazionale, il risultato è di 3-1 per i padroni di casa. Sugli spalti è segnalata la presenza del ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano, livornese, che prima del match scende in campo per appuntare il fascio littorio sulla maglia dei calciatori di casa.
Per quanto riguarda la terza squadra progenitrice della AS Roma, in Prima Divisione c’è da registrare una sconfitta anche per il Roman, superato 3-2 in trasferta dall’Audace Taranto.
ALBA AUDACE-INTER 1-1
Reti: 25’ Powolny (I), 65’ Ziroli (F).
Alba Audace: Ballante, Mattei, Bianchi, Rovida, Degni, Heger, Ziroli, Iacoponi, Galluzzi, Caimmi, Chini Luduena. All. Piselli.
Inter: Degani, Gianfardoni, D. Bellini, Pietroboni, Bernardini, Agradi, Conti, Castellazzi, A. Pedrazzini, Powolny, E. Rivolta. All.: Veisz.
Arbitro: Osti di Ferrara.
LIVORNO-FORTITUDO 3-1
Reti: 18’ Bandini I (L), 23’ Magnozzi (L), 44’ Bandini I (L), 60’ Ferraris IV (F).
Livorno: Lipizer; Vincenzi, Innocenti III; Giraldi, Pitto, Paolini; Scazzola, Bandini I, Palandri, Magnozzi, Silvestri.
Fortitudo: Vittori; Montanari, Corbjons; Sansoni III, Ferraris IV, Ghisi II; Puerari, Bianchi, Cappa, Sbrana, Canestrelli. All. King.
Arbitro: Barlassina di Novara.