Le maglie più stravaganti che ha indossato la Roma

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Ripensando al pareggio di ieri sera a Mosca, mi sono tornate in mente le numerose serate amare che hanno visto la Roma protagonista in negativo. Tra queste, avevo citato la disfatta di Monaco del 1992, quando venimmo eliminati dalla Coppa delle Coppe ai quarti di finale da un gol di testa di Rui Barros, alto appena 159 cm.

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La maglia con cui la Roma scese in campo al Parco dei Principi di Monaco il 18 marzo del 1992

 

Tra le maglie più stravaganti che ha indossato la Roma c’è senz’altro quella vista quella sera. Non so se la ricordate, ma scendemmo in campo in blu. Una cosa impensabile per uno come me, talebano del giallo ocra e del rosso pompeiano. E invece quella sera, oltre alla sconfitta, fui costretto a mandare giù anche questa. Oggi di maglie strane se ne vedono tante. Addirittura esiste la cosiddetta “terza maglia”. Quella di quest’anno, per esempio, io non sono riuscito mica a capire di che colore è: marrone? Grigia?

 

 

Ma quella sera del 18 marzo 1992 non posso dimenticarla, e la mia vista funzionava bene, non ero ancora un miope da pc come oggi. La Roma si presentò in campo con la maglia dell’Adidas blu, con le strisce gialle e rosse sulle spalle. Una roba inaccettabile. Fu l’unica volta – per fortuna – che giocammo con quella casacca.

Altra serata amara, altra divisa bislacca. Coppa Uefa, 5 marzo 1996. Nel gelo di Praga una Roma arroccatissima becca due reti dallo Slavia compromettendo il passaggio del turno (ricorderete tutti il ritorno con il gol di Vavra dopo la grande rimonta). Quella sera, in omaggio all’Alba, l’Asics propose una maglia addirittura verde! Roba da far strabuzzare gli occhi. Eccola qui sotto.

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Maglia verde riproposta anche nelle stagioni 2004-05 e 2005-06 da Diadora, per la Coppa Italia.

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La maglia verde della Roma nella trasferta di Coppa Italia a Siena (13 gennaio 2005) – foto dal sito asromaultras.org

Maglia Roma Pouchain

Ma quelle non furono le sole maglie pittoresca che gli sponsor tecnici hanno proposto negli anni. Nel 1979-80 la Roma indossò quella passata alla storia come la mitica maglia Pouchain che – lo ammetto – non era affatto male, anche se poco tradizionale. Fu una scelta innovativa per l’epoca: un club che cercava per la prima volta il modo di fare business. Ecco come Piero Gratton, inventore del glorioso lupetto anni 80, racconta al sito ufficiale del club come nacque la maglia “a ghiacciolo”:

Andò così. Prima del campionato 1978/1979 Gratton disegna il lupetto, che la squadra in una tournee americana indossa sul petto delle divise griffate Cit, quelle rosse con il blocco arancione sulle spalle. Qui entra in scena Maurizio Pouchain, che trova un accordo con Anzalone e mette in produzione le famose maglie ‘a ghiacciolo’, disegnate da Gratton: “Lui si occupava di restauro di monumenti in tutta Italia con una sua grande azienda, ma era uno che si svegliava al mattino e ne aveva già pensate cento. Sfruttando dei fondi mise in piedi una fabbrica di abbigliamento sportivo in Abruzzo, a Borgorose: cento dipendenti, ricevevano il filato e sfornavano le maglie. Lo conobbi a Roma, quando acquistò per 100 milioni di lire i diritti per la commercializzazione della linea AS Roma. Nel contratto c’era anche la fornitura delle divise da gioco alla prima squadra ed alle giovanili, che prima spettava ad Adidas.

 

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De Sisti

Picchio De Sisti nel 1978-79, ultimo anno della sua carriera, affronta Boninsegna

Un’altra maglia piuttosto strane ce la riservò la Robe di Kappa nel nostro primo anno in Champions da Campioni d’Italia, nella stagione 2001-2002. La ricorderete perché venne ribattezzata la maglia “da palio di Siena”. Simile a quella del Galatasaray, la tonalità dei colori non era nemmeno troppo malvagia, ma complessivamente a mio avviso non reggeva. Guardate la foto, non sta nemmeno troppo bene addosso al Capitano, scudetto sul petto a parte, che invece gli sta benissimo.

cap siena

 

Infine c’è un’altra maglia curiosa indossata dalla Roma: bianca con i bordi rossi. Fu la sola volta senza la presenza del giallo nei bordi. Era il 1984, ma io di quella partita non parlo mai, mi dispiace.

ago

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