Luciano Panetti, il “pur vigile” portiere della Roma

Luciano Panetti

Luciano Panetti è uno dei più grandi portieri della Roma anche se, chissà perché, meno ricordato rispetto ad altri. Marchigiano, nato il 13 luglio 1929 a Porto Recanati, Panetti inizia a giocare nella sua città, tra i dilettanti, senza lasciare il mestiere di muratore, che gli dà da vivere. Da piccolo tifa per il Bologna: i suoi idoli, crescendo, diventano il sovietico Lev Jascin e lo jugoslavo Vladimir Beara. Si fa notare in Serie C nello Jesina e nel 1952 è ingaggiato dal Modena, che l’anno prima aveva ceduto Giorgio Ghezzi all’Inter.
In Emilia si trova benissimo ed è titolare per tre stagioni prima di vestire la maglia giallorossa, nel 1955, acquistato dalla Roma per 33,5 milioni di lire. Nella Capitale lo vuole fortemente il nuovo allenatore Giorgio (al secolo György) Sarosi, ex gloria del calcio ungherese, che boccia “Bepi” Moro, troppo eccentrico. Il matrimonio funziona e Luciano Panetti, con le sue parate spettacolari e le sue uscite spericolate, diventa per tutti “La molla” o, soprattutto, “Il puma”. Conquista i tifosi anche con la grinta e l’agonismo: le sue urla di richiamo ai compagni della difesa, a volte, fanno spavento. Luciano Panetti è forte, coraggioso e acrobatico. Losi ci ha raccontato in prima persona: «Aveva una carica enorme, a volte dovevamo frenarlo, dominava l’area di rigore come un portiere deve fare, anche perché aveva un fisico gigantesco. In uscita era pronto a tutto, anche a spazzare via le gambe degli avversari. Al contrario di Moro che invece era molto più tranquillo. Del tipo: “Non preoccupatevi, ci penso io”».

Luciano Panetti

Napoli-Roma del 1956-57. Panetti, Stucchi e il napoletano Vinicio

Luciano Panetti, il puma della Roma

Nel 1955-56 la Roma conduce un buon campionato chiudendo al sesto posto, trascinata dalla classe di Ghiggia e dai gol, non tanti per la verità, di Da Costa e Nyers. La stagione di Panetti, titolare indiscusso, si chiude anzitempo in modo leggendario, il 29 aprile 1956. Ad inizio ripresa della gara con la Fiorentina (che quell’anno vince il suo primo scudetto), sull’1-0 per la Roma, il numero uno giallorosso si scontra con l’attaccante viola Giuseppe Virgili, fratturandosi il malleolo. All’epoca non ci sono le sostituzioni e Panetti, d’accordo con il dottore Gaetano Zappalà, decide di restare in campo. «Il medico mi fece un’iniezione per non sentire il dolore – ricorda Panetti al “Romanista” del 19 febbraio 2005 – mise vicino al palo un secchio di ghiaccio nel quale ogni tanto infilavo il piede. Feci una grande partita ma dopo, negli spogliatoi, mi dovettero tagliare lo scarpino e non vi dico in quali condizioni era il piede». Panetti capitola soltanto di fronte a Virgili, quello dello scontro, che firma il pareggio della Fiorentina al 62’. Poi, finito il match, viene ingessato.

Luciano Panetti

L’infortunio del 29 aprile 1956, con Panetti c’è Angelino Cerretti

Le sue parate, a volte, sono talmente preziose che i tifosi giallorossi lo chiamano “Santo Panetti”. «Ho sempre avuto un gran colpo di reni – ricorda – ero una molla. A Roma sono stato benissimo, anche se non eravamo molto amati. Ovunque andavamo, Padova, Milano, ce l’avevano a morte con Roma. Anche gli arbitri ci hanno fatto certe mascalzonate…». Nella prima stagione in giallorosso risiede in una pensione a via Claudio Monteverdi 20, vicino a Villa Borghese, e va agli allenamenti in filobus. Divide un appartamento con Dino Da Costa.

Panetti citato da Vittorio Gassman

Luciano PanettiInfortuni permettendo Luciano Panetti è titolare per cinque campionati. Arriva anche nel giro della nazionale azzurra, ma non gioca mai, chiuso da Ghezzi, Bugatti e Buffon. «Ho fatto la riserva della nazionale non una, ma 17 volte» racconta con un po’ di rammarico nel 2011 durante un incontro nella scuola “E. Medi” di Porto Recanati. Disputa 2 partite nella nazionale B, nel 1959-60. La sua posizione vacilla con l’arrivo in panchina di Alfredo Foni, nel 1959. “Il Puma” non lega con il tecnico friulano che, dopo un anno, gli preferisce Fabio Cudicini, reduce da due stagioni come riserva di Panetti. Fa in tempo a giocare 4 partite della vittoriosa Coppa delle Fiere 1961, ma non si gode il trionfo perché viene ceduto al Torino, prima della doppia finale con il Birmingham, in programma in autunno. Resta tre anni in granata per poi chiudere la carriera nella Lucchese, a causa di un infortunio, nel 1965. E’ morto nella sua Porto Recanati il 26 dicembre 2016.

Il nome di Panetti rimane per sempre legato a una proverbiale scena del film “l’Audace colpo dei soliti ignoti” di Nanni Loy (1959) quando Vittorio Gassman (Peppe Er Pantera) recita a memoria una fantomatica cronaca giornalistica per crearsi un alibi e dimostrare che era allo stadio a vedere Milan-Roma e non a compiere una rapina al furgone del Totocalcio: «Al quarantunesimo Altafini detto Mazzola, ricevuta la sfera di cuoio dallo scattante Danova, aggirava l’accorrente Bernardin e lasciava partire di sinistro una secca staffilata che si insaccava alla convergenza dei pali, niente da fare per il pur vigile Panetti. Arbitro imparziale, ma irascibile, il signor Baralla di Livorno. 75.000 spettatori circa nonostante un leggero annuvolamento al primo tempo senza però che Giove Pluvio ponesse in pratica la sua passeggera minaccia».

Panetti Losi

Giacomo Losi e Luciano Panetti

Luciano Panetti

Figurina Sidam 1959-60

Luciano Panetti

Figurina Cardmaster Sport Calciatori 1959

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