I 7 derby che non potrò mai dimenticare

Non mi piace il derby, tanto meno mi piace la vigilia e l’attesa della mattina. Lo soffro troppo come evento, c’è poco da fare. Sono figlio della Roma anni 90, quella che veleggiava tranquillamente tra il quinto e l’ottavo posto. Quella che allo scudetto proprio non ci pensava e che al derby pareggiava sempre. Il massimo era quando andavi sotto e poi eri tu a riacciuffare in extremis il risultato, almeno te ne tornavi a casa sereno. Tuttavia di stracittadine indimenticabili ce ne sono state. Qui di seguito ecco quelle che mi sono rimaste nel cuore.

 

18 marzo 1990
Lazio- Roma 0-1 (30′ Voeller)
Si giocava al Flaminio perché l’Olimpico era sotto i ferri per la cura “Italia 90”. Solo 3000 romanisti presenti allo stadio, stipati in un settore laterale della Tribuna Tevere. Partita tesissima e trasmessa dalla Rai per motivi di ordine pubblico vista la scarsa capienza della struttura. C’era da cancellare l’onta del derby di Di Canio e la vittoria mancava da un po’. Ci pensò il Tedesco con una incornata d’altri tempi su cross dalla sinistra di Nela, imbeccato dal Principe, e uscita a vuoto di Orsi. Prima della partita un giovane tifoso della Roma distribuì ai giocatori una maglia con lo Smile e la scritta “Lazio, no grazie”.

rudi

27 novembre 1994
Lazio- Roma 0-3 (2′ Balbo, 24′ Cappioli, 51′ Fonseca)
Anche in questo caso derby trasmesso da RaiTre per motivi di ordine pubblico (non esisteva ancora la pay-tv) e un Olimpico stracolmo. La Roma arrivava dalla sconfitta per 1-0 del derby precedente e per tutta la settimana il Corriere dello Sport aveva proposto una specie di stracittadina con le figurine da cui la Roma ne usciva pesantemente sconfitta. In campo andò diversamente, con Mazzone che preparò la gara al meglio. L’arrembante Lazio di Zeman venne letteralmente travolta per 3-0. Partita memorabile di Giannini. Indimenticabile coreografia della sud con lo stemma della Lupa e la scritta “C’è solo l’As Roma”. La stagione successiva finì sulla copertina degli abbonamenti.

29 novembre 1998
Lazio-Roma 3-3 (26′ Delvecchio, 29′ Mancini, 58′ Mancini, 68′ Salas, 79′ Di Francesco, 81′ Totti)
Forse il derby dove davvero rischiai la vita. Non per incidenti fuori lo stadio, sia chiaro, ma perché al gol del 4-3 annullato a Delvecchio per un fuorigioco inesistente, mi ritrovai letteralmente scaraventato almeno 15 file più in basso, travolto da un muro di folla impazzita. Un derby incredibile, con la Roma che prima andò in vantaggio, poi si ritrovò sotto di 2 gol e infine ribaltò il risultato in nove contro dieci e per poco non vinse. Indimenticabile il primo gol al derby di Totti sotto la curva sud. Un pareggio che valeva più di una vittoria, dopo le quattro sconfitte rimediate nella stagione precedente.

17 dicembre 2000
Lazio-Roma 0-1 (70′ aut. Negro)
“Vorrei vincere il derby con un autogol di uno dei giocatori più rappresentativi dell’altra squadra”. A volte succede, alla Roma è successo. Grazie alla sfortunata autorete di Paolo Negro, portammo a casa una vittoria fondamentale per la corsa scudetto. Era il derby d’andata. In quello di ritorno la Lazio pareggiò al 95′ con Castroman, ma la festa romanista fu solo rimandata. Paolo Negro diventò un “eroe” per i tifosi della Roma nell’anno del terzo scudetto.

11 marzo 2002
Lazio-Roma 1-5 (13′, 29′ 37′ 64′ Montella, 53′ Stankovic, 72′ Totti)
Il derby più assurdo che abbia mai visto allo stadio. E pensare che solo qualche anno prima riuscimmo a segnare 4 gol nella prima mezz’ora. Questo tuttavia andò oltre. Una Roma straordinaria, dei giocatori di una classe incredibile: Totti, Candela, Montella. Mostruosi. E la Lazio a quei tempi non era certo una squadretta. Ma contro quella corazzata c’era poco da fare. Poker di Montella e cucchiaio del Capitano da fuori area. Nesta che rimase nello spogliatoio tra primo e secondo tempo. Quella volta la Lazio alzò davvero bandiera bianca.

18 aprile 2010
Lazio-Roma 1-2 (13′ Rocchi, 52′, 63′ Vucinic)
Che derby ragazzi! Roma in piena corsa scudetto e Lazio pronta allo sgambetto. Inizia la gara e finiamo sotto. Poi accadde l’incredibile: Ranieri decide di lasciare fuori Totti e De Rossi, ma a inizio ripresa la Lazio si procura un rigore. Sul dischetto va Floccari, ma Julio Sergio ci mette una pezza e la partita cambia. Sale in cattedra Mirko Vucinic che abbatte Muslera e la Lazio prima su rigore e poi con una punizione dal limite. Julio Sergio salva ancora il risultato e la Roma resta in corsa. Sembrava davvero fatta, poi andò come andò. La settimana successiva all’Olimpico arrivò la Sampdoria e… vabbè, lasciamo perdere.

13 marzo 2011
Roma-Lazio 2-0 (69′, 94′ Totti)
Il giocatore che secondo alcuni tifosi laziali non è mai stato decisivo al derby (ma basta dare una rapida occhiata anche a questa breve selezione di partite) quel giorno si prese la stracittadina. Una partita maestosa, fatta di classe, cuore, sudore, astuzia. La Roma era a pezzi, e così ci pensò il Capitano con una straordinaria doppietta a regalarci la vittoria e a dimostrare ancora una volta a tutti che “The King of Rome is not dead”. Non dimenticherò mai quella corsa sotto la sud e l’abbraccio con la sua gente.

 

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