Il nostro 1927. Degni in nazionale: «Riconosciuto il suo valore»

Giovanni Degni nazionale

Martedì 20 dicembre 1927. Entusiasmo nella Capitale per la convocazione in nazionale di Attilio Ferraris e Giovanni Degni, mediani della Roma, per una partita di allenamento in programma giovedì 22 dicembre a Bologna: «Siamo lieti che il valore dell’ottimo Degni sia stato giustamente riconosciuto – scrive il quotidiano capitolino “L’Impero” – noi che pochi giorni fa sostenemmo su queste stesse colonne la candidatura di Degni a centro-sostegno (centromediano, n.d.r.) della nazionale, dobbiamo essere più d’ogni altro soddisfatti di questa scelta. Speriamo che i due romani, chiamati a ricoprire in squadra posti così difficili, sappiano rispondere in pieno alle speranze del competente cavalier Rangone. Ad ogni modo questo atto d’intelligente considerazione ci dà pieno affidamento per la formazione di una squadra nazionale composta veramente dai migliori atleti italiani». 

Degni in nazionale, nessuna presenza ufficiale

Degni non arriverà mai a vestire la maglia della nazionale A in gare ufficiali: nel suo curriculum definitivo ci sono 5 presenze in rappresentative azzurre (Italia Sud, Rappresentativa Laziale e Italia Ferrovieri), tra il 1923 e il 1930, giocando in 4 occasioni da centravanti. 

Polemiche per l’infamia di Livorno

Tengono banco le polemiche e l’indignazione per gli incidenti di Livorno, dove circa cento tifosi romanisti, al seguito della squadra giallorossa, sono stati  insultati e aggrediti in tribuna, durante l’incontro vinto dal Livorno sulla Roma. Il quotidiano “Il Messaggero” chiede a gran voce il successo a tavolino dei giallorossi, innervositi dai tafferugli che hanno visto vittima anche il presidente romanista Italo Foschi. Il giornale di via del Tritone auspica che l’arbitro dell’incontro, lo stimato Albino Carraro di Padova, abbia fatto proseguire la partita “pro forma”, mettendo a referto le irregolarità commesse a ridosso del terreno di gioco.

La connivenza di qualche dirigente toscano

Sembra inoltre assodato che qualche dirigente del Livorno abbia responsabilità nei disordini per aver permesso a decine di tifosi toscani di spostarsi dal settore dei popolari alla tribuna, favorendo così il contatto con i romanisti: «Lo spettacolo che ci hanno offerto domenica è stato semplicemente indegno – si legge su “L’Impero” del 22 dicembre 1927 – un branco di canaglie che si può permettere il lusso di assalire in tribuna degli spettatori ospiti, solo colpevoli di applaudire e gridare il loro incoraggiamento alla propria squadra, ci dà l’impressione di una tribù di antropofagi alla conquista della preda prelibata».

Foschi a Bologna per il direttorio federale

Non c’è tempo di pensare ai malumori per Foschi che da Livorno si trasferisce a Bologna per partecipare al direttorio federale che si svolge nel pomeriggio, a partire dalle 15, alla casa del Fascio. All’inizio della seduta è proprio il patron giallorosso a prendere la parola per scusarsi dell’assenza del presidente federale Leandro Arpinati, fermato improvvisamente a Roma da un impegno.

Nella foto all’inizio dell’articolo: Giovanni Degni, centromediano della Roma.

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