Agostino Di Bartolomei rivive in un libro per bambini

Di Bartolomei

Agostino Di Bartolomei come un eroe leggendario, da raccontare anche ai bambini più piccoli. È l’idea che ha ispirato il libro illustrato “Ago. Storia di un capitano”, scritto da Giulia Franchi e illustrato da Massimiliano Di Lauro, entrambi romanisti affascinati dalla figura dell’ex campione giallorosso, scomparso tragicamente il 30 maggio 1994. «Per l’età che ho Ago non l’ho vissuto, se non di riflesso. Ma a un certo punto ho cercato le radici del mio “romanismo” e ho scoperto questo personaggio che è tuttora l’emblema dell’essere romanisti», ci spiega Massimiliano Di Lauro, illustratore pugliese di 35 anni, grande tifoso della Roma: «Ho questa passione sin da piccolo, pur essendo cresciuto in una famiglia di interisti e milanisti. Non so da dove nasca il mio essere romanista, è stato sempre così. Ricordo sicuramente che da bambino mi piaceva la Germania di Rudi Völler campione del mondo nel 1990».Di Bartolomei Ago storia di un capitano

Di Bartolomei disegnato a pennarello

“Ago. Storia di un capitano”, pubblicato  da qualche mese dall’editore romano Biancoenero, è un libro (scritto con un font speciale, leggibile anche dai bambini dislessici) che si sviluppa con una storia testuale accompagnata dai dolci disegni di Di Lauro, come in un albo illustrato per bambini. Nelle illustrazioni ci sono riferimenti chiari a foto famose di Agostino Di Bartolomei come l’abbraccio sotto la pioggia con Ancelotti, in occasione di Roma-Avellino 2-0 del 1° maggio 1983, che sostanzialmente valse il secondo scudetto giallorosso. E poi ci sono un paio di vittorie in Coppa Italia degli anni ’80 e c’è Agostino che si allena sotto gli occhi di Nils Liedholm.Agostino Di Bartolomei

Il progetto è stato accolto con piacere anche da Marisa e Luca Di Bartolomei, moglie e figlio di Agostino, che hanno partecipato ad alcune presentazioni del libro, nato quasi per caso: «Ho conosciuto per lavoro Giulia Franchi, che si occupa di formazione e collabora con l’associazione Scosse – racconta ancora Massimiliano Di Lauro – lei è romana, grande tifosa romanista, abbonata allo stadio e mi spiegò che da tanto tempo avrebbe voluto scrivere qualcosa che parlasse di Ago. Così è nato tutto: abbiamo iniziato a buttare giù qualcosa prima ancora di trovare un editore».

Perché avete fatto un libro per bambini?
«Perché è giusto che conoscano un personaggio del genere»

Come avete scelto il format?
«Parlare di Ago non è facile, va toccato con le pinze: è un campione, un padre, un marito. Ci ho messo molto tempo a capire come raccontarlo. Mi ci sono impegnato tanto e ci ho messo l’anima, sentivo la responsabilità di parlarne. Alla fine ho scelto di disegnarlo con i pennarelli, come quando, da piccolo, copiavo con i pennarelli le figurine. Mi è sembrato il modo più logico di rappresentare Di Bartolomei.».

Quale messaggio avete voluto trasmettere?
«Quando si parla di Ago si va a finire sempre al suo suicidio e alla sconfitta con il Liverpool. Eppure, al di là di questo, c’è tutta una carriera che merita di essere ricordata. E c’è la bellissima storia di un bambino che sognava di giocare nella Roma e alla fine ci è riuscito, da capitano, vincendo lo scudetto».Ago storia di un capitano

Quindi raccontate la storia del sogno realizzato di un bambino?
«Sì, il libro parla di Ago bambino. Un bambino timido che vuole giocare nella Roma e ci riesce. Volevamo raccontare soltanto questa parte della sua vita, perché Ago non è soltanto il suicidio».

Tra i disegni ce n’è uno di Di Bartolomei tra due avversari vestiti di bianconero. Viene istintivamente da pensare alla lotta del debole contro il potere…
«Nel libro ho disegnato tutti i calciatori avversari con la maglia della Juventus. Il massimo dell’eroismo è sbaragliare la difesa bianconera, più ancora che vincere il derby».Di Bartolomei

È corretto dire che il vostro libro non è soltanto per bambini?
«Certo, anche perché un libro per bambini, spesso, viene letto al bambino da un adulto. In “Ago. Storia di un capitano” la scrittura è semplice, adatta a tutti e i disegni sono pieni di riferimenti a immagini e citazioni che soltanto un adulto può riconoscere».

Il libro, inoltre, è per tutti gli appassionati di calcio, non necessariamente tifosi della Roma.
«Alle presentazioni, soprattutto lontano da Roma, sono venuti tanti tifosi di altre squadre che ricordano e ammirano Ago. Tutti fanno capire che avrebbero voluto un giocatore come lui in squadra. Un giocatore da ricordare così, non ce l’hanno in tanti».

Questi sono i giorni dell’addio di Daniele De Rossi. Ci sono analogie tra lui e Di Bartolomei?
«Ci sono analogie, ma anche grandi diversità perché De Rossi è sempre stato molto tifoso nel suo approccio da capitano e qualche volta ha avuto comportamenti scorretti. Ago invece raramente ha fatto quelle cavolate, che pure mi hanno fatto amare De Rossi ancora di più. E poi quello di Ago era un calcio diverso, in cui ciò che accadeva in campo restava là, senza essere analizzato da mille telecamere».

Cosa è emerso della memoria collettiva di Di Bartolomei nel corso delle presentazioni del vostro libro?
«Ho notato che chi l’ha vissuto ha un’urgenza di parlarne e di raccontare qualcosa di lui. Emergono così storie di gol, vittorie, aneddoti, soprattutto tra i romanisti. Forse perché non si parla spesso di Ago».Di Bartolomei giovane

È giusto definire Di Bartolomei un talento timido?
«Sì, ma non era triste come qualcuno vuol far intendere. Era semplicemente serio e non molto estroverso».

E a te che effetto fa Agostino Di Bartolomei?
«È un personaggio complesso, con quell’espressione particolare del viso. Non posso che volergli bene davvero. È il calciatore che vorrei nella Roma oggi; sì, gli voglio bene».

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